da Repubblica.it
Arriva il giorno del merito ma il ministro è rimasto solo
La riforma - prima Ddl e ora decreto - è divisa in due parti: una per la valorizzazione dei migliori nelle superiori, l'altra per la valorizzazione dei migliori all'università. Viene istituita la nuova figura dello studente più gravo dell'anno. Ma in parlamento sarà una corsa a ostacoli di CORRADO ZUNINO
ROMA - Approda domani in Consiglio dei ministri il decreto sul merito (a scuola), ma alla vigilia Francesco Profumo è rimasto solo. Il Partito democratico ha sbattuto la porta. Francesca Puglisi, responsabile scuola, ha lasciato la riunione preparatoria: "Non voteremo mai la scuola competitiva", dice adesso. L'ex ministro Giuseppe Fioroni rileva il problema: "Il ministro Profumo sta seguendo la strada sbagliata. L'Italia ha bisogno di una scuola di qualità per tutti e non di una scuola di élite per pochi con il rischio di abbandono per molti".
La riforma sul merito è divisa in due parti: una per la valorizzazione dei migliori a scuola, l'altra per la valorizzazione dei migliori all'università. Viene istituita la nuova figura dello studente dell'anno, per esempio: ogni scuola potrà eleggere il più bravo fra coloro che avranno preso 100 e lode della maturità. Il prescelto avrà una borsa di studio aggiuntiva e uno sconto del 30% sulle tasse universitarie. Ma anche tariffe abbattute per viaggiare in bus ed entrare nei musei, grazie alla card "IoMerito". E poi per gli studenti migliori le master class, corsi estivi da seguire gratuitamente. Sono previsti, ancora, premi per le scuole migliori e all'università più test per tutti.
Il provvedimento doveva essere un disegno di legge, ma il governo all'ultimo momento lo ha trasformato in un decreto. Profumo ha compreso la cattiva accoglienza e ora il Parlamento potrebbe riservargli un percorso
a ostacoli. Perplessità sul testo, considerato "frettoloso" e troppo "sbilanciato", sono emerse anche dal Pdl e dai centristi. Per l'Udc "si rischia di allargare lo spread tra bravi e deboli, di coltivare l'individualismo. E poi la riforma delle nuove norme sui concorsi universitari rischia di creare ulteriore caos". A questo proposito l'ex ministro Mariastella Gelmini si è posta a guardia del suo lavoro: "No allo smantellamento delle nostre norme". Non piace a nessuno il decreto dei migliori, né alla Cisl né alla Rete degli studenti. Alla Camera e al Senato faticherà.