da LASTAMPA.it
Sul web siamo tutti "spiati"
Ecco il vero Grande Fratello
Attenti agli scherzi su YouTube, le tracce restano per sempre
MARIA TERESA MARTINENGO
TORINO
Attenti ragazzi, il Grande Fratello - simile a quello immaginato da Orwell in «1984» - è ormai stabilmente tra noi. In forme diverse dall’occhio onnipresente di uno schermo. In modi più subdoli, senza darlo a vedere, scruta, analizza. Soprattutto, memorizza. E dimentica con molta lentezza, fatica a cancellare. Adirlo, nei giorni scorsi, è stata la personalità che in Italia ha davvero tutte le carte in regola per farlo: il professor Franco Pizzetti, presidente dell’Autorità Garante per la Privacy. Ad oltre 500 studenti delle scuole superiori, a docenti e a dirigenti, Pizzetti ha tenuto una lezione all’Università di Torino, con lo storico Giovanni De Luna e il sociologo Luciano Gallino, in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali.
Il professor Pizzetti ha richiamato l’attenzione su qualcosa a cui a 15-16 anni si pensa raramente e cioè al fatto che certe azioni di oggi possano avere conseguenze future. Magari condizionando la vita del loro autore. «Quanto succede in Gran Bretagna insegna: là - ha spiegato il Garante - i datori di lavoro navigano a caccia di informazioni su chi ha fatto domanda di assunzione. È illegittimo, ma questa è la realtà. E c’è chi, a 25 anni, rischia di perdere occasioni lavorative importanti per un filmato immesso su YouTube quando di anni ne aveva 15». Ancora: «La protezione dei dati è sempre più importante per le giovani generazioni. Dovete pensare che Internet non va usato con leggerezza. Ciò che poteva essere uno scherzo a un compagno - e che si è sempre fatto - oggi filmato e messo sul Web, a disposizione di chiunque, diventa un’altra cosa, un comportamento molto più grave».
Sono due le realtà che tutti noi oggi viviamo e di questo dobbiamo sempre essere consapevoli. «Una è quella vera, l’altra è virtuale, vive nella rete e si nutre di dati. Ma ciò che è sulla rete - ha ricordato il Garante per la Privacy - è disponibile per milioni di persone per un tempo spesso non conoscibile ». Ancora gli scherzi a scuola. «Non sono un’invenzione di oggi, basta ripensare al libro “Cuore”. Ma all’epoca di De Amicis tutto avveniva dentro la scuola. Il maestro esercitava la sua pedagogia, la scuola metteva in campo le sue minacce, compresa quella della cacciata da tutti gli istituti del regno. Tutto avveniva in una comunità autoprotetta e autoreferente ».
Oggi la situazione è all’opposto. «Se mettete un filmato su YouTube c’è il rischio che lo vediate in onda sul tg della sera. E se uno studente lancia i gessetti al professore o gli inumidisce la sedia, ma il tutto resta circoscritto all’aula, ha un peso. Se il professore si ritrova sul tg di fronte a milioni di spettatori è altra cosa. Quel professore è anche un padre, un marito, un vicino di casa...». La sua privacy è stata gravemente violata, la sua dignità altrettanto.
Pizzetti ha poi sottolineato che «nessuno può vivere senza lasciare dati». E per rendere l’idea ha ricordato che noi tutti conosciamo intere epoche storiche grazie alle tracce che gli uomini hanno lasciato. Oggi, però, si tratta di riuscire a calibrare produzione di dati, diffusione ed utilizzo dei medesimi. Alle scuole, come a tutte le amministrazioni, il Garante ha rivolto l’invito a «compartimentare la mole di dati di cui sono in possesso, per renderli disponibili solo alle categorie effettivamente interessate».
Chi è
L’autorità a tutela dei dati personali
L’attività del Garante, iniziata nel 1997, ha riguardato ogni settore della vita sociale economica e culturale del Paese in cui si sia manifestata l’esigenza della protezione dei dati personali.
Tra i compiti: controllo della conformità dei trattamenti di dati personali a leggi e regolamenti; esame delle segnalazioni e dei reclami degli interessati; autorizzazioni per il trattamento dei dati sensibili; promozione, tra le categorie, della sottoscrizione dei codici di deontologia e di buona condotta.