Presidi a Fornero: il governo aiuti a migliorare

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Presidi a Fornero: il governo aiuti a migliorare

Messaggiodi edscuola » 8 maggio 2012, 5:53

da tuttoscuola.com

Presidi a Fornero: il governo aiuti a migliorare

"Valutazioni di carattere generalistico come queste hanno scarso valore, nel senso che hanno la pretesa di valutare un quid medium che neppure le statistiche riescono a valutare, attraverso un giudizio basato sull'impressione. Credo che da chi ha responsabilità di Governo ci si debba attendere politiche da una parte e strumenti dall'altra per migliorare lo stato delle cose".

Così Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp), commenta le affermazioni del ministro Elsa Fornero sui giovani italiani che "sanno troppo poco".

Secondo Rembado "Noi ci troviamo all'interno di un sistema che ha molti difetti ma c'è l'abitudine di certi professori universitari che guardano all'istruzione che gli studenti hanno dietro le spalle con un occhio particolarmente negativo, come se l'istruzione secondaria non preparasse ai livelli superiori. Bisogna saper distinguere: i dati ufficiali, invece, come ad esempio quelli dell'Ocse, fanno presente ormai da anni che la caratteristica della scuola italiana è la profonda diversità tra nord, centro, sud e isole, tra una tipologia e l'altra di scuola secondaria superiore. Una diversità che avvicina le migliori performance a quelle più alte della Finlandia e porta le peggiori molto lontano dalle prime. Una valutazione generica purtroppo non restituisce il quadro della nostra scuola".

Il presidente dell’ANP mette l’accento sulle grandi differenze che caratterizzano la scuola italiana, evidenziate dalle indagini internazionali e dalle prove Invalsi, ma anche da numerose ricerche tra le quali i Rapporti 2007 e 2011 sulla qualità nella scuola realizzati da Tuttoscuola. Il fatto è che, al di là delle eccellenze, che pure esistono nella scuola italiana, è la media che ci penalizza come Paese, sia perché ci colloca nella parte bassa delle classifiche internazionali, sia perché è la risultante di grandi divari, maggiore di quelli che si rilevano in Paesi dove la scuola svolge una funzione compensativa rispetto alle disuguaglianze sociali.
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