da Tecnica della Scuola
Tfa: niente esame di ammissione per chi insegna da tre anni
“Saranno ammessi in aula”, a fine anno, “al primo corso di tirocinio per conseguire l'abilitazione, i docenti con almeno tre anni di servizio, come previsto anche da una direttiva europea.” Lo dice al Corriere della Sera il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo.
E poi continua: “Non dovranno sostenere alcuna prova preselettiva, non ci saranno selezioni di ingresso per loro, perché sono persone che nella realtà il tirocinio l'hanno già fatto. Finito il corso, come tutti gli altri tirocinanti, dovranno superare la prova finale. E con questo sistemiamo una delicata questione che si è creata dopo la chiusura delle vecchie scuole di specializzazione”.
Ma il tirocinio è solo una parte del progetto sulla scuola, che grazie all'aggiornamento del sistema "porterà allo svuotamento delle graduatorie". "Il punto di partenza - dice Profumo – è che l'ultimo concorso per l'immissione in ruolo è stato fatto nel 1999, e per alcune classi di concorso addirittura nel '90. Noi abbiamo quindi lavorato a un progetto per far ripartire il sistema. Il tirocinio, innanzitutto, ma poi, subito dopo, i concorsi per le cattedre".
“Essere preparatissimi nella propria disciplina - continua Profumo - non significa essere bravi insegnanti, abbiamo bisogno di docenti moderni, capaci di stimolare i ragazzi, di gestire le loro aspettative, anche attraverso modalità nuove, la tecnologia per esempio”. Potrebbero essere dai cinquemila agli ottomila i posti messi a concorso, ma non è ancora possibile dare una cifra precisa. A questo concorso potranno accedere i docenti già abilitati, e i vincitori entreranno in servizio nel 2013-2014.
“Già nella prossima primavera - riprende il ministro -, faremo un altro bando, al quale potranno accedere anche i nuovi abilitati, i vincitori entreranno in servizio nel 2015-2016. La mia idea, dopo, è quella di dare una cadenza biennale ai concorsi, per regolarizzare tutto il sistema. I due momenti più importanti saranno l'abilitazione e il concorso. Due momenti certi, con cadenza regolare e sicura, che dovrebbero finalmente far cessare la confusione in cui da anni si trovano gli insegnanti precari e i giovani laureati che vorrebbero dedicarsi all'insegnamento”. Profumo vede positivo per il futuro: “È vero che con il nuovo sistema pensionistico il turn over si è un po' attenuato ma non così tanto, e per i prossimi anni si creeranno nuovi posti di lavoro nella scuola”.
I docenti precari potranno far “ affidamento”, continua, “anche sul lavoro di revisione delle classi di concorso che abbiamo fatto al ministero e che è finito. Le attuali classi di concorso, troppe, saranno ridotte a 50-60. Andremo anche a controllare le graduatorie ad esaurimento dove ci sono persone iscritte da moltissimi anni”. L'aspirazione del ministro è quella di creare un modello più moderno, prima ancora che di scuola, di concorso per l'accesso alla scuola. In futuro, conclude, “bisognerà avere grande attenzione al docente, a come sta in aula, alla sua attitudine all'insegnamento, gli studenti hanno bisogno di questo. La lezione come si faceva una volta non è più sufficiente”.