da Repubblica.it
Scuola media, è ancora polemica
Il Pd: "Esami finali inutili, aboliamoli"
Già il ministro Profumo aveva espresso tutte le sue perplessità. Ora i democratici vanno oltre. Puglisi: "Con l'obbligo a 16 anni quella prova non conclude più nulla e crea solo problemi ai ragazzi e inutili bocciature"
di SALVO INTRAVAIA
Esame di licenza media al centro del dibattito politico. Mentre il ministro Profumo pensa a modificarlo, il Pd propone addirittura di abolirlo. E di eliminare anche le bocciature alla media e al superiore. Un paio di settimane fa, a margine di un incontro per la firma di un accordo con la Rai, il ministro dell'Istruzione si è espresso a favore di un cambiamento sugli esami conclusivi del primo ciclo, che sottopongono i ragazzini a più prove di quelle degli esami di maturità.
Per Profumo, l'esame in questione andrebbe "distribuito nel corso dei tre anni di scuole, con una prova finale che concluda il ciclo in maniera più naturale". Ma per Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria del Partito democratico, gli esami di terza media andrebbero proprio aboliti e con essi anche le bocciature. Una proposta shock per il sistema scolastico italiano, ma che trova qualche conferma in uno studio dell'Ocse sui risultati del Pisa 2009.
"Con l'esame di terza media - spiega la Puglisi - non si concludono gli studi perché i nostri alunni sono tenuti a proseguirli per l'assolvimento dell'obbligo per altri due anni. Quell'esame di terza media, che non conclude nulla da quando abbiamo innalzato a 16 anni l'obbligo scolastico, può essere eliminato". "A che serve - si chiede - una licenza media oggi, quando il minimo che si richiede a un cittadino è la certificazione di un obbligo decennale?". Ma non solo.
"Bocciare
- prosegue la Puglisi - non serve a migliorare: sappiamo che solo il 2 o 3 per cento degli studenti avrà un beneficio reale dalla ripetizione di un anno scolastico, ma la maggior parte di essi finirà in quel 21 per cento di drop-out che penalizza l'Italia, una vera zavorra che peserà sulle spalle di tutti noi, quando dovremo tentare di includere coloro che avremo perso per la strada, in modo senz'altro meno efficace e senz'altro più costoso dell'Istruzione".
Le bocciature sarebbero inoltre condizionate da una serie di fattori, a "cominciare dalle origini economico sociali della famiglia di origine e dal contesto territoriale in cui si è nati che in Italia ancora oggi incide sia sul rendimento e sul successo formativo e scolastico, sia sulle scelte dopo la scuola secondaria di primo grado". "La scuola 'selettiva' non fa altro che perpetuare all'infinito l'immobilità sociale di cui è affetto il nostro Paese. Per riattivare l'ascensore sociale di cui abbiamo bisogno, chiediamo agli insegnanti di combattere per la scuola del "non uno di meno".
Una vera e propria rivoluzione copernicana per il sistema scolastico italiano che trova conferme nei risultati dell'ultima indagine Pisa. Secondo questo studio, i paesi dove è prevista la ripetizione dell'anno scolastico le performance in Italiano, Matematica e Scienze dei quindicenni sono inferiori ai paesi dove il tasso di bocciatura è irrilevante o dove previsto bocciare non è contemplato: come in Giappone, Corea e Norvegia. In altre parole, la ripetizione degli anni scolastici oltre ad essere costosa dal punto di vista economico e sociale sarebbe, secondo gli esperti Ocse, anche inutile.
In Italia, il costo delle bocciature e degli abbandoni in corso d'anno si aggira attorno ai 4 miliardi di euro l'anno. Una cifra che potrebbe essere utilizzata per supportare li alunni e fare in modo, spiega l'Ocse, che tutti raggiungano gli obiettivi minimi per essere promossi. "Non bocciare - conclude la Puglisi - non vuol dire, però, permissivismo e lassismo, né significa abbassare la qualità, anzi è esattamente il contrario. Non bocciare significa valutare le competenze e, soprattutto, prevenire i disagi, significa seguire il cammino di ogni studente attraverso sistemi relazionali adeguati, supportare le difficoltà, creare percorsi di valorizzazione e incentivo".