da Repubblica.it
Una nota del comune . Dal prossimo anno le scuole di infanzia
accoglieranno tutti i bambini. Anche gli stranieri irregolari
Milano, sugli asili il caso è chiuso
La Moratti fa marcia indietro
di SALVO INTRAVAIA
Il sindaco Moratti
ROMA - Sull'iscrizione dei piccoli clandestini nelle materne milanesi la Moratti fa dietro front. Il prossimo anno scolastico, nelle 170 scuole dell'infanzia comunali saranno accolti tutti i bambini, regolari e irregolari. Ma non solo. Nel 2008/2009 potranno frequentare la scuola dell'infanzia comunale anche i figli dei morosi.
Lo ha reso noto ai cittadini, attraverso una nota, lo stesso comune di Milano. La lettera segue la diffida inviata a Palazzo Marino dal direttore dell'ufficio scolastico regionale per la Lombardia, Annamaria Dominici, lo scorso 9 gennaio e la successiva dura presa di posizione del 21 gennaio dello stesso ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. In ballo la revoca della parità scolastica alle scuole dell'infanzia milanesi e la conseguente impossibilità di accedere ai finanziamenti statali.
Dopo una infinità di polemiche sulla questione si era anche pronunciato il Parlamento europeo. Una recente risoluzione ha infatti riaffermato che "il diritto all'istruzione ed alla formazione è un diritto sociale fondamentale e invita tutti gli Stati membri e i Paesi candidati a garantire tale diritto a prescindere dall'origine sociale ed etnica e dalla situazione fisica o giuridica del bambino o dei suoi genitori". E adesso la querelle sembra definitivamente chiusa. La nota, puntualizza come "l'intera vicenda si sviluppa in un quadro normativo troppo confuso, di difficile interpretazione, che richiede un'attenta analisi", e comunica che le modifiche richieste da Fioroni alla circolare sono state trasmesse alla Direzione centrale Famiglia, scuola e politiche sociali del capoluogo lombardo. Il ministro Fioroni, così, dopo oltre mese di braccio di ferro, vince su tutti i fronti.
Tre i punti contestati da viale Trastevere alla circolare sulle iscrizioni alla scuola dell'infanzia dello scorso mese di dicembre. Primo, l'iscrizione dei bambini sprovvisti di permesso di soggiorno. Tra i "documenti necessari da presentare" per i piccoli extracomunitari è previsto il "permesso di soggiorno in corso di validità o ricevuta di presentazione della domanda di rinnovo". Un vincolo che avrebbe estromesso, di fatto, tutti i figli dei clandestini. Il secondo punto contestato riguardava l'anticipo, abolito da Fioroni. Il comune di Milano, in contrasto con la normativa vigente su tutto il territorio nazionale, aveva previsto la possibilità di iscrizione anche per i nati entro il 30 aprile 2006. Nella risposta di Palazzo Marino alla diffida ministeriale viene precisato che "è stato anche chiarito che il comune di Milano ha recepito il nuovo termine fissato nella circolare ministeriale che limita l'iscrizione alle scuole dell'infanzia ai bambini nati entro il 31 gennaio 2006". I bambini nati successivamente a questa data, saranno inseriti nelle 18 "sezioni primavera" per i piccoli di età compresa fra i 24 e i 36 mesi già funzionanti da quest'anno.
Riguardo al pagamento della refezione scolastica il sindaco Moratti fa sapere che "per i casi di morosità nel pagamento della mensa, il comune ha chiarito che tale riserva, contenuta anche nelle precedenti circolari, non ostacolerà l'accoglienza del bambino". Insomma, secondo la nota di chiarimento, tutta la vicenda sarebbe nata da un equivoco, la confusione fra "iscrizione" e "accoglienza". L'iscrizione è finalizzata alla formazione della graduatoria mentre "l'accoglienza tiene conto dello stato di svantaggio del bambino, dovuto anche alla condizione di clandestinità del genitore, e lo inserisce nella scuola attraverso un percorso personalizzato. In questo caso l'accoglienza avviene attraverso l'intervento dei servizi sociali, come provano i 350 bambini, figli di immigrati irregolari, che frequentano normalmente le scuole dell'infanzia".
Il mancato adeguamento della circolare "incriminata" avrebbero imposto al comune di Milano la revoca da parte dello stato della parità scolastica e la perdita del contributo di 8 milioni di euro con la conseguente riduzione dei posti disponibili nelle scuole comunali. Riduzione a cui sarebbero chiamate a far fronte le scuole dell'infanzia statali.