da tuttoscuola.com
Cobas: confermato lo sciopero anti prove Invalsi
Continua la guerra ingaggiata dai Cobas contro le prove Invalsi, o meglio contro la loro obbligatorietà, contestata dai Comitati anche sotto il profilo giuridico.
Per ostacolare lo svolgimento delle prove i Cobas hanno proclamato lo sciopero nei giorni previsti per il loro svolgimento: il 9 maggio per le elementari (italiano per le classi II e V), il 10 per le medie (classi I) e il 15 per le superiori, data alla quale la prova è stata spostata dall’iniziale 8 maggio (una “furbata” si legge in una nota dei Comitati di base, fatta “nel tentativo di ostacolare la protesta contro i quiz Invalsi (…) essendo prevedibile che alle superiori le proteste avranno la maggior visibilità anche grazie alle organizzazioni e ai collettivi di studenti insieme ai quali manifesteremo e sciopereremo in tante città”).
Le prove si svolgeranno anche il giorno 11 maggio (matematica per le classi II e V primaria), ma i Cobas non hanno potuto estendere la protesta anche a questa giornata perché la normativa vigente dispone che “ciascuna azione di sciopero non può superare per ciascun ordine e grado di scuola i due giorni consecutivi”.
Sempre sul terreno giuridico i Comitati ribadiscono che a loro giudizio “i quiz Invalsi non sono obbligatori nè per i docenti nè per gli studenti” e non possono diventarlo nemmeno dopo che il decreto Semplificazioni li ha definiti “attività ordinaria” perché “qualsiasi attività ‘ordinaria’ al di fuori delle lezioni e delle riunioni di Collegi docenti e Consigli di classe (ad es. gite scolastiche) va decisa dagli Organi collegiali della scuola, non va svolta necessariamente in orario di servizio ed in ogni caso non configura obbligo nè per docenti ed Ata nè per studenti”.
Quanto alle motivazioni di merito dello sciopero, esso è stato proclamato “per protestare contro gli indovinelli Invalsi e l'imposizione di una scuola-quiz che immiserisce materialmente (con micidiali tagli di scuole e posti di lavoro, licenziamenti in massa di precari, blocchi degli stipendi e degli scatti di anzianità, furto di pensioni, drastica riduzione degli investimenti) e culturalmente l'istruzione, riducendola a misera infarinatura di nozioni general-generiche, testate con quiz, e trasformando i docenti in ‘fornitori di servizi educativi’ standardizzati e ‘produttori’ di manovalanza precaria e indifesa”.
Molta ideologia, come di vede, ma anche argomentazioni critiche verso l’utilizzazione dei test che trovano qualche riscontro nel dibattito sia nazionale che internazionale e che meritano comunque di essere prese in considerazione.