da Tecnica della Scuola
Personale Ata ed Itp provenienti dagli enti locali
Per la mancata applicazione della sentenza della Corte di giustizia europea favorevole ai personale transitato dagli enti locali allo Stato, per il 28 marzo l’Unicobas ha proclamato uno sciopero dell’intera giornata del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola, che peraltro nel suo insieme "rivendica un più giusto trattamento economico ed un'adeguata revisione dei profili professionali", con manifestazione nazionale a Roma davanti alla Camera dei deputati.
Al personale Ata proveniente dagli enti locali, nel passaggio allo Stato, era stata azzerata l'anzianità lavorativa, dopodichè, sottolinea l’Unicobas “lo scippo era stato legalizzato con una vergognosa legge finanziaria”.
A proposito del personale Ata transitato dagli enti localio allo Stato, lo scorso 7 giugno (sentenza definitiva dal 28 novembre 2011), la Corte europea dei diritti dell'uomo ha statuito che l'applicazione retroattiva della legge di “interpretazione autentica”, varata a suo tempo in italia, contrasta con l'articolo 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, come da noi riportato in precedenti articoli (uno dei quali faceva anche riferimento ad una sentenza dello scorso mese di ottobre della Corte di Cassazione nazionale che ha accolto il ricorso di un lavoratore per l’integrale riconoscimento dell’anzianità di servizio all’atto del trasferimento nel comparto Scuola).
In un proprio comunicato, l’Unicobas sottolinea che “la Corte di giustizia europea ha anche stigmatizzato il peggioramento delle condizioni retributive dei lavoratori trasferiti dagli enti locali allo Stato, invitando il giudice italiano a verificarne le conseguenze. Quindi tutto il personale Ata e gli Itp provenienti dagli enti locali, sulla base delle sentenze sopra citate potrà riaprire tutti i casi di giudizio”.
Ma il segretario nazionale dell’Unicobas Stefano d’Errico sottolinea che “il Governo, invece di prendere atto della sentenza, sta tentando la solita manfrina. nonostante l'obbligo di dare corso alla sentenza europea, la casta preferisce pagare sanzioni che rendere giustizia agli Ata ex enti locali”.
Questa la motivazione dello sciopero nazionale proclamato dal sindacato, “che vedrà in piazza anche il restante personale Ata, portato da anni ad essere il peggio retribuito nella Ue (ben sotto lo stipendio greco), che rivendica un più giusto trattamento economico, un'adeguata revisione dei profili professionali ed il riconoscimento per tecnici e collaboratori scolastici del ruolo di coadiuzione educativa”.
Così, il 28 marzo (ore 9.30) l’Unicobas ha proclamato uno sciopero dell’intera giornata del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola, con manifestazione nazionale a Roma davanti alla Camera dei deputati (concentramento dalle ore 9,30 in piazza di Montecitorio).
“Sotto il profilo legale, il fatto che la Corte europea dei diritti dell'uomo abbia rigettato il reclamo dello Stato italiano avverso la sentenza e che questa sia divenuta definitiva è senz'altro importante e positivo, ma la strada da fare è ancora molto lunga per gli Ata che hanno ancora cause in corso davanti i Tribunali, le Corti d'appello o la Cassazione”, precisa Stefano d’Errico, che aggiunge “ infatti saranno i giudici italiani, in particolare la Cassazione, a dover decidere come applicare i principi di diritto stabiliti dalla sentenza e vi è la possibilità che la questione venga rinviata per la terza volta alla Corte costituzionale. Per gli Ata che hanno subito una sentenza negativa passata in giudicato, è allo studio un'azione di risarcimento danni per omessa applicazione della normativa comunitaria. Il personale Ata che non ha proposto alcun ricorso o non ha avuto sentenza di primo grado per abbandono ed estinzione della causa, si trova ora nella possibilità di agire in giudizio grazie alle due sentenze favorevoli della Corte europea”.