Il Tesoro ha pagato supplenti già licenziati

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Il Tesoro ha pagato supplenti già licenziati

Messaggiodi edscuola » 27 marzo 2012, 19:51

da Italia Oggi

Subito il recupero, rischio danno erariale per il Miur
Il Tesoro ha pagato supplenti già licenziati
DI CARLO FORTE

Quest'anno il ministero dell'istruzionese l'è presa comoda nel comunicare la cessazione dei contratti di supplenza di diverse migliaia di precari. E quindi il ministero dell'economia ha continuato a pagarli anche dopo che erano stati licenziati. E' quanto si evince da una nota emanata dal ministero dell'economia il 15 marzo scorso (prot.3999) con la quale l'amministrazione finanziaria ha portato il ministero dell'istruzione a conoscenza del problema.
La tardiva comunicazione da parte del dicastero di viale Trastevere delle cessazioni dei contratti ha indotto il ministero dell'economia ad agire, in prima battuta, con il meccanismo delle compensazioni. In buona sostanza, dunque, là dove è stato possibile, l'amministrazione finanziaria ha recuperato i soldi riducendo lo stipendio ai precari. Ma solo a quelli che hanno ottenuto nuovi contratti successivamente a quelli cessati, che hanno ingenerato i credi da parte dell'amministrazione. Ma siccome sono tempi duri, in molti casi ciò non è stato possibile, perché i precari interessati sono rimasti senza lavoro. Per l'esattezza si tratta di ben 3154 situazioni debitorie per le quali il ministero dell'economia si è visto costretto ad informare direttamente gli uffici periferici, così da attivare le procedure di recupero direttamente nei confronti dei singoli precari interessati.
Le prime disposizioni sono state impartite alle amministrazioni territoriali con il messaggio 54/2012 del 20 marzo scorso. Con il quale l'amministrazione centrale ha fatto sapere agli uffici che sarà loro inviate
l'elenco del personale interessato affinché si attivino con le richieste di restituzione direttamente all'indirizzo degli interessati.
Insomma una grana in più per gli uffici, che soffrono già per le operazioni di dimensionamento e per la cronica mancanza di personale.
E che in definitiva rischia di tradursi nella formazione e stabilizzazione di un danno erariale di proporzioni notevoli. Specie se si pensa che il debito di una sola mensilità di stipendio, moltiplicato per 3.154, si traduce in oltre 4 milioni di euro. Se poi sommiamo i costi delle azioni legali, eventualmente necessarie per recuperare i crediti, il conto rischia di diventare ancora più salato.
Per non parlare degli effetti sul contenzioso del lavoro, già gravato dei ricorsi contro le sanzioni disciplinari, per effetto della riforma Brunetta, e ormai al collasso. Insomma, una situazione particolarmente incresciosa, che ha indotto il ministero dell'economia a intervenire direttamente presso il il dicastero di viale Trastevere, con un preciso invito a provvedere affinché ciò non possa ripetersi.
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