da L'espresso
Palazzo Marino non fa marcia indietro nonostante l´ultimatum del governo
"Avanti per la nostra strada niente clandestini negli asili"
Zita Dazzi
L´assessore Moioli: questo è un attacco politico
L´alternativa Se faccio entrare gli irregolari, poi devo lasciar fuori quelli che hanno tutti i permessi
La contraddizione Le linee guida del ministero le ho scritte io. Ma riguardano solo la scuola dell´obbligo Assessore, allora che farete? Darete retta al ministro dell´Istruzione Fioroni? Mariolina Moioli, sorride. Sembra contenta, addirittura serena. «Come assessore all´Educazione, devo accogliere i bambini nelle scuole, ma devo anche rispettare la legge. E quindi, i clandestini non li posso accettare». Sono passate 24 ore dalla diffida del ministro Giuseppe Fioroni. Ma la titolare di quella che, in questo momento, è la poltrona più scomoda di Palazzo Marino non ha cambiato idea sulla circolare che nega l´iscrizione ai figli degli immigrati irregolari nelle 170 materne comunali.
Dunque, andate allo scontro frontale col Governo?
«Non siamo noi che l´abbiamo voluto. Io penso che il conflitto sia una cosa inutile, dannosa. Servirebbe invece il confronto. Ma purtroppo, a Roma c´è qualcuno che la pensa diversamente».
Sta parlando di un ministro.
«Appunto. Mi sarei aspettata ben altro atteggiamento. Fra responsabili delle istituzioni, in genere ci si consulta, prima di rivolgersi ai giornali. Questa è una polemica strumentale, un attacco politico contro la giunta di Milano».
Il ministro ancora oggi ricorda che l´iscrizione dei clandestini è prevista dalle "linee guida per l´integrazione degli alunni stranieri" varate dall´ex ministro Moratti, quando era all´Istruzione.
«Lo so bene. Le ho scritte io personalmente quelle "linee guida"».
E perché allora, adesso che siete a Milano, volete fare il contrario?
«Quelle linee guida riguardano la scuola dell´obbligo nazionale, non le materne di Milano».
E che differenza c´è?
«Le materne milanesi sono offerte gratis a 22.000 bambini, tra cui quasi 5.000 immigrati, dal Comune. La spesa annuale è di 100 milioni di euro. Lo Stato contribuisce con poche noccioline (8 milioni di euro l´anno, ndr). Voglio vedere se a Roma, o a Bologna, si fa altrettanto».
Perderete i fondi se la linea sui clandestini non cambierà.
«Voglio proprio vedere, se lo faranno. Io dico al Governo: dateci i soldi per fare di più, per prendere tutti, e allora ne riparliamo».
Quindi è una questione di soldi? Non accettate i clandestini per risparmiare?
«C´è anche questo discorso, perché se io faccio entrare tutti i clandestini, poi devo lasciar fuori qualcun altro, magari quelli in regola con i documenti».
Se il Governo aumentasse i contributi le regole cambierebbero?
«No, in ogni caso. Perché la linea di Milano è quella dell´accoglienza nella legalità. E finché in Italia c´è una legge che impone l´espulsione dei clandestini, io a quella legge mi attengo».
Ma la Bossi-Fini sta per essere modificata.
«Attenzione, chiamatela pure Turco-Napolitano. Sono stati loro a volere questa legge. Facciano una legge che dica che i clandestini hanno gli stessi diritti di chi è in regola. E noi ci adeguiamo».
Questa sfida ha l´aria di uno scontro ideologico. Si sta parlando al massimo di un centinaio di bambini all´anno. Non fareste prima ad accettare tutti, come si fa nelle materne statali?
«Personalmente posso anche pensarla così. Ma io come assessore devo applicare la legge. Poi, affermata la regola, il principio generale, posso anche accettare di vedere caso per caso. Nessuna porta verrà sbattuta in faccia ai "casi sociali". Chi mi conosce sa quel che faccio tutti i giorni per i clandestini».
La diffida vi invita anche a cambiare la parte relativa ai bambini che hanno meno di tre anni. Dice che non potete iscriverli e che per loro ci sono le "sezioni primavera".
«Benissimo. Manderò via quelle famiglie e spiegherò loro che così vuole il governo».
Fioroni contesta anche l´iscrizione con riserva per i figli delle famiglie non in regola con i pagamenti.
«A Milano le materne sono gratuite per tutti, la retta altrove è di 300 euro al mese. Da noi si paga solo la mensa. E abbiamo 8.000 bambini esentati per le condizioni economiche disagiate».
Insomma, non arretrate. Non trattate.
«Non siamo noi a fare la guerra. È Fioroni che si erge a salvatore della patria. Non so se troveremo un accordo. Certo per me sarebbe auspicabile. Noi lavoriamo sempre per risolvere i problemi, non per crearli. Ma sempre nel rispetto della legge».