Un anno di scuola dalla "A" alla "Z"

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Un anno di scuola dalla "A" alla "Z"

Messaggiodi edscuola » 3 gennaio 2008, 7:28

da LASTAMPA.it

Un anno di scuola dalla "A" alla "Z"

Su “Tuttoscuola” il bilancio dell’anno appena trascorso

ROMA
Dagli “anticipi” ai “debiti”, dai “bamboccioni” all’”esaurimento” delle graduatorie, dai “fannulloni” ai “giudizi” di ammissione. Il mondo della scuola anche nel 2007 è stato oggetto di provvedimenti, più o meno incisivi, che hanno comunque interessato la vita quotidiana di migliaia di persone. La newsletter settimanale di “Tuttoscuola”, la rivista per insegnanti, genitori e studenti, pubblica, come consuetudine, il riepilogo dei principali avvenimenti che hanno riguardato la scuola italiana nell’anno appena concluso.

«A» come «Anticipi». La circolare per le iscrizioni 2008-09 compie l’atto definitivo di abrogazione degli anticipi nella scuola dell’infanzia, come aveva previsto la legge finanziaria. Un altro pezzo della riforma Moratti se ne va, mentre a Milano proprio l’ex-ministro, nella veste di sindaco, continua la sua riforma, ampliando ulteriormente l’anticipo dell’infanzia. La sfida Roma-Milano continua oltre Malpensa.

«B» come «Bamboccioni».Lo pensano e lo dicono in molti, ma, se la critica viene da un Ministro della Repubblica, le valutazioni cambiano. Padoa-Schioppa ha usato un termine improprio ma efficace che dovrebbe »svegliare« una società mammona dove troppi ragazzi rischiano di non diventare mai adulti e autonomi, a causa anche di chi non chiede loro sacrifici e impegni, concedendo e tollerando più di quanto dovuto.

E l’elenco di Tuttoscuola prosegue con la «C» come «Clausola di salvaguardia».Il Ministero della Pubblica Istruzione, spiega la news letter del mensile, predispone i nuovi organici del personale senza i previsti pesanti tagli imposti dalla finanziaria, correndo il rischio che il Ministero dell’Economia applichi, a carico del bilancio del ministero della Pubblica Istruzione, la clausola del recupero dei mancati risparmi. L’extragettito registrato nei mesi successivi ammorbidisce Padoa-Schioppa che concede il perdono e abbona il debito, ma solo per il 2007. Can che abbaia non morde...

«D» come «Debiti». Il 2007 nella scuola sarà ricordato per i debiti: quelli formativi e quelli finanziari. Il ministro Fioroni prende di petto la questione dei debiti formativi e scolastici degli studenti italiani a cominciare dalla riforma degli esami di Stato per proseguire con altre iniziative relative ai recuperi negli istituti superiori e anche nella scuola media. Le scuole avrebbero apprezzato però un uguale impegno per cancellare i debiti finanziari dei lori bilanci.

«E» come «Esaurimento (graduatorie)». Le graduatorie permanenti si trasformano in graduatorie ad esaurimento con oltre 380 mila iscritti. Se la metà dei posti che si renderanno vacanti nei prossimi anni dovrà essere riservata ai vincitori dei concorsi ordinari, per esaurire le graduatorie ad esaurimento ci vorranno almeno 15 anni. Graduatorie ad esaurimento di...pazienza.

«F» come «Fannulloni». Insegnanti assenteisti? insegnanti fannulloni? Insegnanti incapaci? Il tiro al piccione è uno sport che piace sempre a qualche editorialista in cerca di colore. E cosa di meglio che impallinare i docenti? Qualche mela marcia si trova sempre, direbbe il ministro Fioroni. Anni fa lo stereotipo della satira era il ragioniere; ora sembra essere il docente.

«G», come «Giudizi di ammissione». Giudizio che va, giudizio che viene. A giugno, per la prima volta, gli alunni della nuova scuola media sono ammessi d’ufficio all’esame senza bisogno del giudizio di ammissione: un tardivo effetto di adeguamento degli esami di Stato del 1° ciclo a quelli del 2°, che, però, nel frattempo sono ritornati al giudizio di ammissione. A settembre però il giudizio di ammissione per l’esame di scuola media viene ripristinato per decreto legge.Ma, dopo il ritorno dei giudizi, gli esami sono migliorati?

«H» come «Handicap». Il 2007 avrebbe dovuto essere l’anno della stabilizzazione degli organici di sostegno e della chiarezza di certificazione dell’handicap. Per il primo obiettivo non ci sono stati nemmeno timidi tentativi e tutto è rimasto esattamente come prima. Per il secondo obiettivo le Asl sono andate a ranghi sciolti, ignorando completamente le scuole. Non è che anche i decisori politici e amministrativi hanno bisogno anche loro di sostegno?

«I» come «Indicazioni per il curricolo». Sono arrivate le Indicazioni che dovranno sostituire le precedenti varate con la riforma Moratti che, sul piano formale, restano ancora vigenti. Niente di rivoluzionario nella nuova versione, ma soprattutto una razionalizzazione dell’esistente. Il problema è che sembra che gli insegnanti non si siano ancora accorti della loro esistenza. Gelo e indifferenza.

«L» come «Lettura». Insieme ai dati internazionali sulle competenze scientifiche degli studenti a 15 anni (Ocse), vengono resi noti anche quelli relativi alle competenze linguistiche degli studenti a 9 anni (Pirls). Bravi i più piccoli, somari i più grandi. Troppa scuola rovina?

«M» come «Merito». L’anno (solare) si è concluso con un provvedimento del tandem Fioroni-Mussi che ai fini delle selezioni per l’iscrizione alle università a numero programmato assegna ben 25 punti (su 105) al curriculum scolastico dei candidati. Una specie di «credito scolastico» rafforzato e prolungato negli effetti. Benvenuto, sperando che la cosa non produca conseguenze ? inflazionistiche sui voti scolastici, come successe a suo tempo con l’iperbolico aumento degli «ottisti».

Alla lettera «N», secondo il consuntivo della newsletter di Tuttoscuola si trova la «No Child Left Behind». La legge simbolo della politica scolastica «compassionevole» dell’amministrazione Bush, varata con larga maggioranza bipartisan nel 2001, ha solo in parte mantenuto le sue promesse di riequilibrio socio-culturale, legate a un complesso meccanismo di incentivi in favore degli allievi socialmente o culturalmente svantaggiati. Però il numero e il fervore delle iniziative è stato grande, e quello degli USA sembra essere il più importante cantiere di sperimentazione e innovazione educativa.

«O» come «Ocse-Pisa». In Germania nel 2004 i risultati negativi in matematica per gli studenti quindicenni di quel Paese provocarono un specie di psicodramma nazionale, e l’assunzione di misure che sembrano aver già dato buoni risultati nell’edizione 2006 del PISA. In Italia, forse per la prima volta, i pessimi risultati conseguiti dai nostri studenti non sono stati accolti con il mix di indifferenza e sufficienza del passato. Tanto per cominciare, è stato istituito un gruppo di lavoro per l’insegnamento/apprendimento della matematica. Mentre il destino dell’italiano, al momento, sembra affidato alle virtù taumaturgiche di Roberto Benigni. La vita è bella?

Alla «P» le dolenti noti dei «Pensionamenti». La paura dello scalone 2008 fa 90 e i docenti, mentre il Governo rinvia la riforma, preferiscono il certo al rischio. E se ne vanno in pensione. È un boom. Oltre 42 mila insegnanti lasciano il posto ai precari che aspettano. Al ministero della Pubblica Istruzione il pensionamento di massa risolve il problema dei posti per 50 mila immissioni in ruolo. Al ministero dell’Economia si grattano in testa per far fronte al surplus dei nuovi costi previdenziali.

Alla «Q» troviamo il «Quaderno bianco». Il destino dei quaderni, si sa, sottolinea la newsletter del mensile, è quasi sempre quello di finire chiusi in un cassetto. Chissà se lo stesso sarà riservato al quaderno redatto dai ministeri dell’Istruzione e dell’Economia. L’impressione è che se anche solo una parte delle proposte ivi contenute fosse realizzata - a partire dalla (effettiva) valorizzazione del merito e dalla costruzione di una (vera) carriera per gli insegnanti - la scuola italiana ne uscirebbe rivoluzionata. Resterà un quaderno dei sogni?

«R» come «Riforma della dirigenza». Nel Consiglio dei Ministri di fine anno viene annunciato un piano per la riforma della dirigenza pubblica che dovrebbe prevedere, tra l’altro, la cancellazione dello spoils system. In questi anni la linea di demarcazione tra funzione politica e funzione amministrativa è stata quasi cancellata, e i dirigenti sono condizionati dal «ricatto» della nomina o della conferma gradita al politico di turno. E così i ministeri, privati di autonomia e responsabilità, diventano grandi segreterie del ministro in carica. La riforma della Pubblica Amministrazione passa anche da qui.

«S» come «Supplenze». Il nuovo regolamento per le supplenze dovrebbe porre fine ad un periodo critico per i servizi scolastici, dove l’interesse dei supplenti, trasformato in diritto, prevaleva sui diritti degli alunni. Ma in molte scuole, a causa del ritardo delle nuove graduatorie di istituto, si continuano ad applicare i vecchi regolamenti, per la gioia dei supplenti e lo sconforto dei loro colleghi titolari e degli alunni.

La lettera «T» è quindi dedicata alle «Tabelline». La serietà degli studi passa dalle tabelline, dalla grammatica, dalla sintassi, dai nomi di fiumi, di mari, di monti sin dalle elementari. Parola di ministro. La svolta del ministro Fioroni è peraltro un deja vu molto recente, perchè proprio di quegli stessi contenuti si parla nelle Indicazioni nazionali dell’ex-ministro Moratti. C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico?

Mentro la lettera «U» viene dedicata al confronto con l’ «Unione europea». Il sistema di istruzione italiano fatica ad entrare effettivamente in Europa. Il 2010 è vicino ma molti obiettivi dell’agenda di Lisbona sono ancora lontani, a cominciare dalla concreta riduzione della dispersione. Le buone intenzioni e le buone leggi ci sono, ma dal dire al fare? La sfida del nuovo obbligo di istruzione riuscirà ad avvicinare nel 2008 l’Italia all’UE?

«V» come «Valutazione». Le vicissitudini della valutazione di sistema in Italia non finiscono mai. Fin dai tempi del Cede di Aldo Visalberghi, antesignano di una concezione moderna della valutazione, scomparso nel febbraio 2007, i tentativi di creare anche in Italia un forte e autonomo Istituto nazionale di valutazione si sono infranti contro le resistenze della burocrazia ministeriale e di buona parte della classe politica da una parte, e i sospetti dei sindacati dall’altra, tutti timorosi di perdere influenza e potere. E intanto l’Invalsi continua ad essere commissariato?

Alla «Z», infine, troviamo lo «Zoccolo duro». «Socle dur» si chiama, in Francia, il nucleo di saperi e di competenze ritenuto indispensabile per l’esercizio del diritto di cittadinanza culturale per tutti i giovani che frequentano la scuola obbligatoria fino a 16 anni. In Italia si sta provando a fare qualcosa di simile con i provvedimenti relativi al «nostro» obbligo (che non è scolastico ma di istruzione), ma si ha l’impressione - dovuta anche al carattere provvisorio e sperimentale delle misure - che lo «zoccolo» sia ben poco duro, anzi quasi impalpabile?
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