La sfida dell'integrazione scolastica nell'Italia che va ...

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da LASTAMPA.it

La sfida dell'integrazione scolastica nell'Italia che va a due velocità

Andrea Gavosto

Il 12 febbraio è il termine ultimo per le iscrizioni dei “primini” di ogni grado di scuola al prossimo anno scolastico. Solo allora - e poi a giugno, quando si compirà la scelta definitiva - sapremo qualcosa di più sui reali orientamenti delle famiglie: se, ad esempio, sarà confermata la buona accoglienza riservata quest'anno alle novità della riforma delle superiori, come il liceo delle scienze applicate.

Se non permettono di soddisfare tutte le curiosità, le previsioni del Ministero sulle iscrizioni alle elementari, medie e superiori per il 2011-12 ci dicono molte cose interessanti sugli andamenti della popolazione scolastica. In particolare, grazie ad assunti ragionevoli, ci permettono di declinare gli andamenti a livello territoriale, cosa che le medie nazionali non consentono di vedere. Abbiamo un'Italia a due velocità, scolasticamente parlando, perché abbiamo un'Italia a due velocità sotto il profilo demografico.

Tutte le regioni del Nord e quasi tutte quelle del Centro vedono crescere il numero degli studenti, principalmente per il contributo dei ragazzi di origine straniera. Sappiamo che questi ragazzi hanno tassi di bocciatura molto superiori ai nativi: la loro integrazione scolastica sarà quindi una grande sfida della nostra scuola. Al Sud, invece, dove la presenza straniera è ridotta, la popolazione scolastica va contraendosi, magari a piccoli passi, che però cumulati danno esiti consistenti. Ad esempio, dal 2007-8 a oggi gli studenti in Basilicata diminuiscono dell'8%; nello stesso periodo quelli dell'Emilia Romagna aumentano dell'8%. In modo approssimativo, si può dire che ogni anno al Sud ci sono 2000-2500 classi in meno e, di conseguenza, cattedre in meno e insegnanti in meno. Un'altra sfida difficile per la scuola italiana.

Direttore Fondazione Giovanni Agnelli