da Repubblica.it
Tra le richieste pagelle ai professori, revisione del meccanismo crediti/debiti, più rappresentanza negli organi collegiali
Riforme per una scuola diversa l'esito del referendum studentesco
di SALVO INTRAVAIA
GLI studenti italiani chiedono al ministro Fioroni una "scuola diversa". Ridiscussione del meccanismo crediti/debiti e della recente norma che ha ripristinato "gli esami di riparazione", valutazione delle competenze e delle metodologie didattiche dei prof, con il contributo degli stessi studenti. Ma non solo. Una maggiore rappresentanza studentesca in seno agli organi collegiali, che occorrerebbe riformare, e una legge sul diritto allo studio che "sancisca i livelli essenziali di servizi e tutele in ogni singola regione" per superare le attuali discriminazioni fra il Nord e il Sud del Paese. Una specie di rivoluzione sancita dal voto di oltre 30 mila studenti italiani che dal 4 al 7 dicembre hanno aderito al primo Referendum studentesco (Stand up for your right) promosso dall'Unione degli studenti.
L'occasione per presentare i dati della consultazione studentesca è stata la Terza convention studentesca europea che ha ospitato a Roma, oltre alle associazioni italiane, anche quelle di altri 22 paesi (Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Islanda, Lituania, Macedonia, Olanda, Norvegia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Francia, Serbia, Montenegro e Gran Bretagna), e che oggi si è chiusa con un incontro degli studenti con il commissario europeo all'Istruzione, Jan Figel, e il ministro della Pubblica istruzione italiano, Giuseppe Fioroni.
Il referendum è stato un plebiscito. L'82 per cento degli studenti italiani ritiene che anche ai professori debba essere appioppata una pagella. Il tutto attraverso "un sistema di valutazione nazionale sulla preparazione e le metodologie didattiche" che contribuisca a svecchiare l'insegnamento ma il 15 per cento ritiene che nella valutazione degli insegnanti gli alunni non debbano metter parola. Una valanga di sì anche per la questione debiti: l'85 per cento dei ragazzi intervistati ritiene che "Fioroni debba discutere di più con gli studenti di tematiche così importanti anziché mettere toppe a un sistema contraddittorio e ambiguo".
Meno plebiscitaria la risposta sulla rappresentanza studentesca all'interno del Consiglio d'istituto: l'organismo che delibera tutte le questioni di carattere amministrativo e organizzativo della scuola. Il 63 per cento chiede una rappresentanza paritetica: attualmente gli studenti sono quattro e gli insegnanti otto. Ma il 23 per cento "non sa" dare una risposta. La quasi totalità (il 90 per cento) dei ragazzi e delle ragazze che frequentano le nostre scuole superiori chiedono una legge nazionale sul diritto allo studio per agevolare gli studenti meno abbienti. Fra le richieste più gettonate borse di studio, fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo, agevolazioni sui trasporti e una Carta studenti per le agevolazioni sui consumi culturali. Ma anche interventi più consistenti a favore degli immigrati e degli studenti disabili.
"Si tratta di risultati parziali - commenta Valentina Giorda, dell'Uds - rispetto alla necessità di invertire la rotta. La voglia degli studenti di partecipare al referendum è stata tanta ma occorre anche inasprire la denuncia nei confronti dei dirigenti scolastici che negano i diritti dello Statuto delle studentesse e degli studenti". E la richiesta di intervento passa al governo in carica. "Il governo - continua la leader dell'Uds - non può più rimandare le richieste che emergono dai quesiti del referendum".