Troppe polemiche, in Lombardia salta il corso militare per..

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Troppe polemiche, in Lombardia salta il corso militare per..

Messaggiodi edscuola » 20 ottobre 2010, 6:16

da Tecnica della Scuola

Troppe polemiche, in Lombardia salta il corso militare per studenti delle superiori
di A.G.

A causa del folto gruppo dei ‘no’, non vedrà la luce il protocollo "Allenati per la vita" che avrebbe permesso a 1.000 allievi di frequentare un mini-corso con materie come "cultura militare", "armi e tiro" e visite al poligono con l'uso di arco e pistola ad aria compressa. Polemici gli istruttori volontari dell'‘Unuci cui erano state affidate le ‘lezioni’: tutta colpa delle strumentalizzazioni politiche.
Troppe polemiche: non si farà il progetto "Allenati per la vita", che avrebbe permesso ad un migliaio di studenti delle scuole superiori della Lombardia di acquisire crediti formativi seguendo un mini-corso comprendente materie come "cultura militare", "armi e tiro" (con visite al poligono e esercitazioni di con arco e pistola ad aria compressa), e "difesa nucleare, batteriologica e chimica". A dare la notizia della rinuncia all’attuazione del protocollo d’intesa, sottoscritto a settembre tra l'Usr ed il Comando dell’Esercito della Lombardia, alla presenza dei ministri Gelmini e La Russa, sono stati gli istruttori volontari dell'‘Unione nazionale ufficiali in congedo’: coloro che si erano presi l’impegno di tenere le particolari ‘lezioni’.
Il 18 ottobre sul sito della sezione lombarda dell'Unuci si è appreso che "il protocollo è stato sospeso a causa delle strumentalizzazioni politiche che hanno seguito l'annuncio e che sono culminate con l'assalto alla sede Unuci di Milano, operato da facinorosi che non possono essere sicuramente definiti studenti".
Le decisione è giunta dopo che nelle ultime settimane i toni della protesta avevano raggiunto livelli sempre più alti: della vicenda si era occupato anche il settimanale cattolico "Famiglia Cristiana", che aveva attaccato l'iniziativa parlando di "scelta che sa di antico". Il Partito Democratico e le associazioni pacifiste avevano parlato di "iniziativa diseducativa" attraverso cui gli studenti vengono chiamati "cadetti" e le squadre "pattuglie". Dura era stata anche la posizione sulla vicenda anche del sindacato autonomo di polizia (Sap): "piuttosto che addestrare gli studenti a scenari di guerra – ha detto il segretario nazionale Nicola Tanzi - noi preferiamo lavorare per portare nelle scuole la formazione alla legalità. Il progetto (…) rappresenta l`ennesimo segnale sbagliato di una politica che taglia fondi a poliziotti e carabinieri per investire in discutibili e inutili progetti di formazione militare delle giovani generazioni".
Ed ora che il protocollo viene bloccato sul nascere, si moltiplicano le dichiarazioni di soddisfazione. Anche a livello locale. "Apprendiamo con soddisfazione che il corso di armi, tiro e cultura militare promosso per le scuole superiori della nostra regione, con il benestare dei ministeri della Difesa e dell`Istruzione, è stato sospeso", ha detto Chiara Cremonesi, consigliera lombarda di Sinistra Ecologia Libertà (Sel), dopo aver presentato un'interrogazione al Consiglio regionale sulla questione del patrocinio dei corsi: "la nostra opposizione in Consiglio e la mobilitazione degli studenti hanno ottenuto un risultato importante, confidiamo ora che sulla questione sia fatta la dovuta chiarezza".
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