Psicofarmaci e bambini Troppi dilemmi

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Psicofarmaci e bambini Troppi dilemmi

Messaggiodi edscuola » 12 dicembre 2007, 8:43

da LASTAMPA.it

Psicofarmaci e bambini Troppi dilemmi

GABRIEL LEVI

Come ridurre il consumo di psicofarmaci per i bambini e per i ragazzi? Ma anche: quando e come gli psicofarmaci possono essere utili e necessari in età evolutiva? E qual è il progetto terapeutico complessivo che garantisce, per ogni caso, un uso limitato ed efficace degli psicofarmaci?

Anche definito in questi termini il discorso rimane solo un frammento di discorso, che va inserito in un contesto. Qual è il livello minimale di psicoterapia (o di lavoro psicologico mirato) che i servizi di neuropsichiatria infantile o di psicologia clinica dell’età evolutiva debbono e possono assicurare alla massa dei bambini che chiedono un intervento? La psicoterapia è uno strumento abilitativo per il superamento di traumi? Per la soluzione di conflitti? Per lo sviluppo della personalità? La psicoterapia lavora sui nuclei psicopatologici dei disturbi, sulle immagini di Sé e dell’Altro che il bambino fabbrica con le proprie risorse e con gli investimenti affettivi ricevuti?

Molti bambini crescono con difficoltà, perché non riescono ad impadronirsi nei modi e nei tempi giusti degli strumenti mentali che la società e la cultura dovrebbe mettere a loro disposizione. Vale a dire: molti bambini hanno difficoltà nell’imparare a pensare ed a ragionare (il famoso metodo) o a comprendere ed a scambiare il lessico e la sintassi delle emozioni (i famosi valori).

Certamente la relazione interpersonale, la logica ed il diritto sono gli obiettivi di ogni educazione civile. Famiglia e scuola collaborano, bene o male, al conseguimento di questi obiettivi di crescita mentale e personazione. Tutto questo mentre sostengono i bambini a muovere i primi passi, ad esplorare il mondo, a curiosare sulle identità, a leggere e scrivere i codici che viaggiano nello spazio sociale, a calcolare programmi, misure e valutazioni scientifiche.

Molti bambini hanno difficoltà scolastiche e cioè difficoltà nell’acquisire gli strumenti dell’apprendimento e difficoltà nell’individuare e nel conquistare gli obiettivi degli apprendimenti. Come abilitiamo questi bambini? Come e cosa insegniamo (e cioè come offriamo con chiarezza dei segni e dei codici)?

Il discorso che ho cercato di portare avanti sembra proprio pazzo. Che cosa c’entra la terapia farmacologica con la psicoterapia? E che cosa c’entra la riabilitazione delle funzioni neuropsicologiche (quand’anche superiori) con la pedagogia? Il punto è proprio questo. Il nostro discorso sembra dissociato perché cerchiamo di collegare delle strade che diventano senza senso, quando restano separate. Con alternanze di ipertrofie e paralisi.

L’intervento psicofarmacologico tende ad aumentare quando gli spazi di un lavoro psicologico costruttivo si restringono. Le psicoterapie possono diventare giochetti inutili, se e quando si propongono di curare dei traumi, senza considerare qual è il terreno delle vulnerabilità e dei conflitti. Le psicoterapie diventano panacee retoriche, quando affrontano i disturbi psicopatologici dei singoli come fossero questioni sindacali. O al contrario, quando affrontano problemi di ricambio generazionale come fossero disturbi psichiatrici. La riabilitazione in età evolutiva confonde spesso l’abilitazione all’uso di strumenti precisi con l’abilitazione a padroneggiare i programmi che questi strumenti consentono di sviluppare.

E allora? Tanti psicofarmaci ai bambini che non possono ricevere un appoggio psicologico e terapeutico? Tante psicoterapie ai bambini che non sappiamo educare e costruiscono disturbi di comportamento o disturbi di internalizzazione? Tante riabilitazioni miracolistiche ai bambini che hanno un handicap e debbono ridefinire gli obiettivi di uso dei loro strumenti, ma non i loro obiettivi di vita?

Forse conviene che riflettiamo meglio sulle contraddizioni che la società degli adulti mantiene verso la società dei bambini. E ci interroghiamo sul rapporto tra psicoterapia e psicofarmacologia. In Parlamento esistono tre proposte di legge sulla psicoterapia. Sarebbe bene che sul tema psicoterapia in età evolutiva ci fosse un dibattito pubblico ed ampio.

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