da Repubblica
Ocse: studenti italiani bocciati in scienze
Il rapporto Pisa traccia il quadro delle capacità Deficit anche in matematica
MARIO REGGIO
ROMA - Sono gli aridi numeri di una tragedia annunciata. Oggi verranno diffusi i risultati dell´indagine Ocse Pisa che accertano le competenze dei quindicenni scolarizzati nei 30 Paesi dell´Ocse con l´aggiunta di altri 27 Paesi partner. Questa volta tocca alle capacità di apprendimento nelle Scienze, e l´Italia crolla dal ventisettesimo al trentaseiesimo posto. E come se non bastasse: l´aggiornamento delle competenze in matematica, al centro dell´indagine 2003, ci dice che manteniamo il triste risultato di bassa classifica. Ma le note dolenti riguardano l´area della lettura: dal 2000 al 2006 la percentuale di studenti che sono scesi sotto il livello 1, quello più basso, è cresciuto di ben sei punti.
Ma torniamo alla valutazione delle conoscenze scientifiche dei nostri studenti quindicenni. Il campione scelto è di 21.773 studenti in 806 scuole, divise per macroaree geografiche: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Sud ed Isole. Ma anche per indirizzi di studio: licei, istituti tecnici, istituti professionali e formazione professionale. Il campione italiano è rappresentativo di 11 Regioni, più le province autonome di Bolzano e Trento. Il quadro che ne esce non è confortante: il punteggio medio degli studenti italiani nella scala complessiva delle Scienze è di 475 punti, una distanza siderale dalla prima in classifica, la Finlandia con 563 punti. Ma battuti anche dall´Estonia, Slovenia, Taiwan e Hong Kong. Complessivamente un quarto degli studenti italiani è sotto il livello 2, il più alto è il 6, il livello individuato dai ricercatori come il minimo che permette ai quindicenni di confrontarsi con casi elementari che prevedono analisi scientifiche o tecnologiche. Un vero disastro. Esistono, però, diverse Italie. Intanto dipende dagli indirizzi scolastici. Gli studenti dei licei raggiungono risultati di gran lunga migliori di quelli conseguiti dai loro coetanei degli istituti tecnici, mentre esiste un abisso con i giovani delle scuole professionali. Conta anche l´area geografica dove si studia: nelle scuole del Nord-Est i livelli di apprendimento superano la media Ocse, e di poco questo accade in quelle del Nord Ovest. La situazione peggiora al Centro per crollare nelle Regioni del Sud e nelle Isole. «Mi fa tornare in mente l´Italia degli anni ‘50 - commenta il professor Roberto Petronzio, presidente dell´Istituto nazionale di Fisica Nucleare - la scuola dovrebbe mettere in grado tutti gli studenti di avere una base di autonomia e di ragionamento. Poi ognuno deciderà quale strada intraprendere. Purtroppo il nostro sistema vuole manufatti già pronti, rincorre il "campo" che sembra tirare di più. Stiamo perdendo la cultura del saper ragionare. E questi sono i risultati».
Passiamo ora agli strumenti usati dai ricercatori internazionali per valutare le conoscenze dei 400 mila studenti-campione, un campione che rappresenta quasi 20 milioni di quindicenni scolarizzati. Tre gli obiettivi. Il primo: valutare la competenza che permette agli studenti di riconoscere quali questioni possono essere affrontate in termini scientifici. Il secondo: dare una spiegazione scientifica a fenomeni specifici. Terzo obiettivo: valutare la capacità di interpretare dati raccolti scientificamente a sostegno di una tesi scientifica. Il prossimo appuntamento è per il 2009, quando l´area d´indagine principale sarà di nuovo la lettura.