FISH: Comunicato 4 marzo 2008

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FISH: Comunicato 4 marzo 2008

Messaggiodi edscuola » 5 marzo 2008, 9:37

La FIOTO nel documento allegato sta minacciando una serrata per impedire l'approvazione del nuovo nomenclatore tariffario. La FISH al contrario è dell'opinione che il Nomenclatore Tariffario in fase di approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni debba essere licenziato in un Dpcm al più presto, consapevole che il dispositivo normativo è migliorabile.
Riteniamo che il dispositivo sul quale abbiamo trattato sino a poche ore fa, rappresenti una innovazione tecnica e di servizio pubblico. Infatti notiamo le seguenti novità:
è garantito il diritto di scelta del prodotto fin dalla fase prescrittiva e viene garantito allo stesso tempo il diritto di scelta dell'erogatore;
l'erogatore viene accreditato imponendo così dei cirteri qualitativi ad aziende che oggi non sono costrette neanche a garantire l'accessibilità del proprio negozio;
viene istituito un repertorio di tutti i prodotti (marca e modello) separando il costo del prodotto da quello della consulenza del tecnico abilitato, garantendo trasparenza nella erogazione;
viene garantito che tutte le nuove tecnologie non saranno erogate attraverso i consueti fornitori bens' attraverso convenzioni con tecnici del settore (esperti informatici);
verrà reintrodota la riconducibilità fino a che il repertorio non contenga tutti i prodotti (marca e modello) erogabili, anche parzialmente a carico del SSN;
la prescrizione continua ad essere in capo al medico, ma all'interno del progetto riabilitativo, coinvolgendo le necessarie equipe e consegnando ad essa la responsabilità della programmazione specifica in termini di valutazione, di training e di collaudo;
la parte riguardante l'urologia e l'urostomia viene separata e assimilitata all'assistenza integrativa, semplificando i processi di prescrizione e erogazione;
nel medio termine vengono diminuite le gare d'appalto;
gli elenchi sono stati abbondantemente aggiornati e molte delle istanze che noi abbiamo sottoposto sono state recepite in tutti gli ambiti delle disabilità (motorie, sordi, ciechi, urologia e stomie) salvo che per l'ambito degli ausili per la guida e per il trasporto delle persone con disabilità;
sono previste tecnologie particolarmente innovative in temrini di comunicazione ambientale e di controlli ambientali;
è previsto l'aggiornamento attraverso uno strumento istituzionale non ancora definito in commissione, agenzia o quant'altro.
Per tutte queste ragioni esprimiamo un parere decisamente favorevole all'approvazione del Nomenclatore Tariffario e contrastiamo il tentativo dei dettaglianti di non assoggettarsi a metodologie di trasparenza necessarie a qualunque servizio pubblico.
Infine non riteniamo vi sia più lo spazio e il tempo per apportare ulteriori modifiche che lascerebbero la decisione al prossimo governo.
Vi preghiamo di girare questa comunicazione a tutte le vostre sezioni che potrebbero trovarsi nella spiacevole situazione di non essere adeguatamente informate e valutare quindi positivamente la protesta della Fioto.Così come accaduto in passato, se dalla loro serrata dovesse scaturire un danno per le persone con disabilità la FISH prenderà in considerazione anche il ricorso alla magistratura per interruzione di pubblico servizio.
Alleghiamo infine l'appello che stiamo elaborando insieme alle associazioni di professionisti, ai centi ausili e a larga parte dei produttori.
Cordialmente

Il Presidente
Pietro Vittorio Barbieri
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FIOTO: Comunicato

Messaggiodi edscuola » 5 marzo 2008, 9:40

PROPOSTA DI RIFORMA DELL’ASSISTENZA PROTESICA (nomenclatore tariffario) RICOMPRESA NELLA REVISIONE DEI LEA (livelli essenziali di assistenza) IN CORSO DI APPROVAZIONE DA PARTE DELLA CONFERENZA STATO/REGIONI. POSIZIONI DEL COMPARTO ORTOPROTESICO - NO AL DISCOUNT PER LA PROTESICA.

Riqualificare la spesa è il postulato irrinunciabile per il “buon governo della cosa pubblica” e
non vi è dubbio alcuno su quanto gravi il capitolo della “salute” sul bilancio nazionale. La
razionalizzazione delle risorse disponibili è il sano principio al centro delle attese di ogni
contribuente che paga, a caro prezzo, le disfunzioni amministrative e politiche del “sistema Italia”.
Queste disfunzioni hanno assunto un volume inaccettabile nel settore ortoprotesico e la qualità
percepita sia dai cittadini sia dagli operatori è quella di un comparto abbandonato dalle Istituzioni
in un Paese finanziariamente in ginocchio. Istituzioni che hanno inteso risolvere sommariamente le
problematiche del settore rimettendo, al pari di Ponzio Pilato, al mercato le soluzione del caso.
Si comprende bene come, nella logica della riqualificazione e nel rispetto del Piano
Sanitario Nazionale, le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini aventi diritto debbano essere
appropriate, efficaci ed efficienti, nonché compatibili con le risorse disponibili. Ma questi
parametri, considerati assiomi, hanno l’imperativa necessità di trovare preliminarmente corpo;
devono essere attentamente valutati e quantificati affinché la diagnosi non sia sbagliata e la cura
non sia peggiore del male! Deve essere espressa una griglia di selezione e di accesso chiara e
qualitativamente orizzontale affinché non siano presenti cittadini e/o patologie e/o dispositivi di
classe a, piuttosto che b, c, d, e, f, etc. Non ci dimentichiamo come proprio in base a questi
parametri vengano identificati gli elenchi dei dispositivi medici e delle prestazioni LEA erogabili. È
necessario chiedersi e definire esattamente i requisiti: prestazioni appropriate per chi e per cosa?
Efficaci a qual fine? Quali sono gli obiettivi? Efficienti in funzione di che cosa e per quanto?
Compatibili con quali risorse? Chi decide i tagli ed i livelli qualitativi? Quali i criteri? Chi resta senza
assistenza? Qual è la qualità dei presidi concessi? Tanto a pochi utenti o poco a tanti? Sono tutte
cose che non hanno ancora trovato una razionale e ufficiale determina. E queste incognite,
troppe e ancora oggi indefinite, quando non occulte, non permettono la “quadratura” di un
elaborando sperequato quale il Nomenclatore Tariffario!
È questa l’alchimia bizzarra che ancora oggi, nel terzo millennio, deve insistere sulla riforma
dell’assistenza protesica? E ancora: deve essere necessariamente questa la ratio che muove
l’emanando Provvedimento? La politica sino ad oggi ha professato e promesso ben altro!
Il primo comma dell’articolo 18 della bozza di revisione in oggetto, capo assistenza
protesica, recita così: “Il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle persone di cui all’articolo 19 (gli
aventi diritto) le prestazioni assistenziali che comportano l’erogazione di protesi, ortesi ed ausili
tecnologici nell’ambito di un programma individualizzato di trattamento volto alla prevenzione,
alla correzione o alla compensazione di menomazioni o disabilità funzionali conseguenti a
patologie o lesioni, al potenziamento delle abilità residue nonché alla promozione dell’autonomia
dell’assistito”.
Una encomiabile dichiarazione d’intenti! Un enunciato di facciata, non disattendibile nella
forma…ma nella sostanza? Socialmente risponde alle radici della nostra storia, al diritto alla salute
e alla cura, alle tante battaglie culturali e sindacali che hanno fatto crescere il nostro Paese,
ancora oggi tutt’altro che esaurite. E più concretamente risponde all’allora epocale legge n. 833
del ‘78 ed alla successiva legge quadro n. 104 del 1992. Un enunciato che s’infrangerà
fragorosamente sugli scogli di un’inapplicabilità territoriale per l’inconsistenza degli elenchi delle
prestazioni erogabili e delle modalità applicative. Sì, il nuovo Provvedimento, una riforma attesa da
oltre nove anni, sembra essere proprio e solo un enunciato! Una mera dichiarazione di cosa e a
chi, dimentico proprio di quanto occorre per rendere appropriato, efficace ed efficiente il
Provvedimento stesso!
Le premesse sono le stesse già denunciate dalla Scrivente alla vigilia dell’entrata in vigore
del D.M. 332/99. Allora ci fu detto di pazientare giacché il regolamento sarebbe stato provvisorio e
di brevissima vigenza. Solo un provvedimento ponte per traghettarci celermente al regime dei Lea
istituito dal successivo D.P.C.M. del 29/11/2001. Fu invece una catastrofe annunciata; e ancora
oggi ne stiamo pagando i danni! Da allora attendiamo la riforma vera! Quale menzogna ci si vuole
raccontare oggi? Non esiste un piano né una pianificazione dietro tutto ciò, non esiste un progetto
di sviluppo!
Una riforma invocata da tutti e indugiata per oltre nove anni. Un tempo oltre ogni umana e
accettabile comprensione; un limite esasperante, che ha inginocchiato erogatori e produttori
ancor più di quanto non abbia fatto, già di per suo in questi anni, l’economia di un Paese che
troppo ha sofferto sia il passaggio alla moneta unica, sia la globalizzazione. Per non parlare di chi,
persona disabile, attendeva e ancora attende, come il pane, appropriate risposte a quanto gli
occorre. Risposte negate o concesse quale favore dopo estenuanti iter mai ben precisati. Troppo
frequentemente sono speranza, buona volontà, infinita pazienza e accomodamenti spesso
illegittimi, che rendono paradossalmente sostenibile, seppure precaria, questa peculiare assistenza.
Lo abbiamo denunciato in tutti i modi possibili e conosciuti! Non siamo stati ascoltati! Abbiamo
assistito attoniti al dilagare di un “malcostume funzionale”, quello della riconducibilità, che vede
ancora oggi erogare con spesa a carico del SSN quanto nulla c’entri con ciò che è concedibile o
prescrivibile secondo i listati del nomenclatore delle protesi. Ma di chi è la colpa? Del sistema che
cerca di sopravvivere e di dare risposte agli assistiti o di chi, sebbene all’uopo preposto, non
disciplina, programma e vigila?!
Nonostante proteste, manifestazioni, interrogazioni parlamentari, interessamento trasversale
delle forze politiche, appelli e istanze del comparto, sono trascorsi nove anni di vigenza del DM 332.
E oggi, questa biblica, sofferta e dannosissima attesa ci ha ripagato con l’ultimo ringraziamento: è
stato partorito il provvedimento sulla revisione dei LEA! Per quanto ci concerne: il capo assistenza
protesica. “Un topolino partorito dall’elefante”.
Un vero insulto ad un comparto che ogni giorno opera un’assistenza di grande impatto
sociale.
Nove anni sono una finestra temporale utile a realizzare qualsivoglia progetto; sempre che
si voglia o si sappia fare! Ci preme rammentare, come gli elenchi delle prestazioni erogabili
dovrebbero essere aggiornati, per dare luce alle innovazioni tecnologiche, parimenti alle tariffe di
riferimento, con frequenza annuale e in ogni modo con cadenza massima triennale; “chi lo ha
visto” in questi nove anni! Oggi siamo ridotti a rincorrere questo grave ritardo e degrado, perché
insistono innegabili inadeguatezze ed inadempienze imputabili sia al Dipartimento della
Programmazione della Salute sia alle Regioni.
Oggi si è cercato di rivisitare un complesso impianto, quale quello del nomenclatore delle
protesi, con il solo apporto egemone di specialisti della riabilitazione. Un grave errore! Una riduttiva
visione che ha ricondotto a considerazioni fuorvianti e meramente commerciali anche la protesica
su misura. Non esiste una commissione di esperti delle materie di che trattasi, che abbiano
elaborato proposte e definito criteri scientificamente sostenibili, da porre al varo delle forze
politiche ed delle rappresentanze del comparto.
Senza entrare nel merito dell’articolato del provvedimento - ci vorrebbero troppe pagine
per trattare compiutamente gli elementi di criticità dello stesso - vogliamo denunciare solo alcuni
inaccettabili assunti statuiti dallo stesso:
 I tecnici ortopedici preposti alla erogazione delle prestazioni ortoprotesiche sono rigettati
indietro nella storia di vent’anni. Meri operatori privi di ogni titolo decisionale ma
responsabili in solido per quello che altri hanno deciso, ciò a dispetto di normative
cogenti : Il no all’autonomia professionale;
 Assenza di linee guida per un “compatibile” accreditamento o convenzionamento dei
soggetti erogatori : il si al clientelismo amministrativo;
 Mancata individuazione delle Commissioni di riferimento nominate a fare : il si al caos;
 Incompletezza degli elenchi delle prestazioni erogabili per l’assistenza protesica - con
particolare riferimento al su misura - obsoleti e senza tariffe: il no all’innovazione
tecnologica;
 Quali tariffe massime di riferimento sono state reiterate le obsolete tariffe del ‘99 : il no
agli adeguamenti tariffari;
 Il provvedimento, immaturo, si compone di un testo e di allegati ricchi di contraddizioni
ed errori : il si alle incongruenze e alle concessioni pietite;
 Prescrittore abilitato è solo chi iscritto in appositi elenchi regionali, di cui la stessa regione
ne disciplina la gestione : il si ad un costoso collo di bottiglia, il si a biblici ritardi sugli
appuntamenti, il no alla libera circolazione interregionale;
 Ingovernabilità del regime transitorio; è rimesso alla metodica delle procedure pubbliche
tutto ciò che non è stato ottemperato, a livello centrale, in materia di individuazione
delle tariffe di riferimento; un transitorio che per modus operandi trasformerà
un’assistenza ai disabili nel discount della protesica : il no ad appropriatezza, efficacia,
efficienza e qualità; il no alla libera scelta;
 Il rimettere alle regioni questa disciplina con un testo così incoerente determinerà un
sistema sanitario a 22 velocità : il no ai livelli uniformi di assistenza sul territorio nazionale;
 Tempi di allineamento sicuramente biblici: il no all’adeguamento odierno, il no agli
adeguamenti periodici degli elenchi delle prestazioni;
 Le riparazioni dei presidi su misura continuano ad essere una farsa burocratica con tariffe
risibili : il no alla celerità delle riparazioni, il no alla semplificazione amministrativa;
 Non sono previsti controlli di follow-up per le patologie in età evolutiva e per le patologie
evolutive : il no agli adeguamenti dei presidi in convenzione;
 Non sono indicati i termini di rinnovo: il no alle richieste di rinnovo prima della distruzione
dei presidi già in uso;
 Le prestazioni professionali non sono indicate per tutti i dispositivi di cui all’elenco 2A e
non se ne conosce la tariffa - verrà posta in procedura pubblica anche la tariffa
professionale? ; il si al discount delle prestazioni professionali;
 Continuano a non essere contemplate le prestazioni domiciliari per pazienti non
trasportabili : il no ai domicili in convenzione;
 Sono state giustamente inserite le patologie rare tra gli aventi diritto ma non si
comprende cosa di nuovo gli venga erogato - meno di oggi visto che la riconduzione
funzionale è stata abrogata senza una congrua alternativa : il no all’erogazione di
dispositivi non contemplati dagli elenchi;
 Non viene regolamentato il flusso interregionale di cui il mondo della protesica è ricco : il
no alle prestazioni extra-regionali;
 Assenza di regole certe e garanzie per le imprese erogatrici : il si ad un rischio
imprenditoriale inaccettabile;
 Troppe le cose lasciate al buon senso di chi fino ad oggi ha dimostrato, in molte realtà,
di non averne affatto: il si ad un grande caos finalizzato al mero risparmio.
Per quanto sopra e molto altro ancora la scrivente Organizzazione esprime una forte
preoccupazione per la sopravvivenza delle aziende rappresentate e per il futuro dei nostri giovani
professionisti stante lo scenario futuro disegnato da questo provvedimento, mutilo e
sommariamente liquidatorio per le tante istanze rappresentate ed oggi sofferte dal comparto,
altresì mandate inevase.
La Scrivente chiede in nome e per conto delle proprie rappresentate lo stralcio del Capo
Assistenza Protesica dalla Proposta di riforma LEA in corso di approvazione.
Chiede in pari tempo una proroga temporanea della vigenza del D.M. 332 e la costituzione
urgente di una commissione di esperti per la formulazione di quanto occorra alla definizione e
aggiornamento degli elenchi delle prestazioni LEA erogabili nonché la relativa modalità di
computa delle tariffe di riferimento in attesa della riforma. L’annullamento di tutte le gare d’appalto
per i dispositivi di cui all’elenco 1 e di tutte le procedure istruite con il solo fine del massimo
risparmio.
Chiede a tutte le forze politiche, sensibili al tema della disabilità, di impegnarsi per avviare
un celere percorso, utile a redigere una legge obiettivo tale da rendere la giusta dignità ad una
assistenza ed un settore che da troppo tempo attende una risposta pertinente. Una legge che dia
realmente certezze al comparto e una uguaglianza nazionale agli aventi diritto per una certa
accessibilità a prestazioni appropriate, efficaci ed efficienti.
La scrivente Organizzazione annuncia e proclama l’inizio dello stato di
agitazione in attesa della definizione e delle risposte a quanto sopra chiesto.
Quale primo atto di protesta si annuncia la
chiusura di tutti i nostri esercizi sanitari per il giorno
venerdì 14 marzo 2008
Restiamo a disposizione per ogni chiarimento e in attesa di risposte in merito a quanto
richiesto.

Il Presidente Nazionale
(Marco Laineri Milazzo)
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Appello al Governo ed alle Regioni

Messaggiodi edscuola » 5 marzo 2008, 9:40

Appello al Governo ed alle Regioni
per l’approvazione dei Lea territoriali e del nomenclatore tariffario


In previsione della riunione della Conferenza Stato Regioni del 6 marzo 2008 ci appelliamo ai rappresentanti del Governo e delle Regioni affinché i Lea territoriali e il nomenclatore tariffario delle prestazioni protesiche ivi contenuto venga approvato in via definitiva e divenga operativo al più presto.

Le persone con disabilità, le loro famiglie, i professionisti sanitari, i centri ausili, e molte aziende produttrici, attendono dal 1999 che le innovazione tecniche e tecnologiche possano diventare ausili erogabili dal Sistema Sanitario Nazionale.

Il tempo trascorso rappresenta un’era intera in campo tecnologico: non è più procrastinabile il rinvio dell’adozione di tale strumento, ancorché dovuto ad interessi che non riguardano il raggiungimento della massima autonomia delle persone con disabilità.

Un eventuale rinvio comporterebbe la frustrazione delle aspettative delle persone con disabilità e dei loro familiari i quali sarebbero costretti a proseguire nell’acquisto diretto di ausili tecnologici indispensabili alla loro autonomia. Gli stessi operatori si vedrebbero costretti a consigliare ausili non contemporanei svuotando il progetto riabilitativo individuale. I produttori dovrebbero rivedere il loro piano di sviluppo ritornando a produrre e mettere in commercio prodotti datati con buona pace della necessità di innovazione tecnologica finalizzata alla crescita economica.

Chiediamo infine che il dispositivo normativo contenga gli strumenti necessari alla puntuale definizione del repertorio ed all’aggiornamento dei codici come accade già accade per i farmaci con l’Agenzia. L’innovazione necessita di aggiornamenti costanti e ravvicinati nel tempo.

Roma 4 marzo 2008
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