Perequazione: svolta nella politica degli organici

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Perequazione: svolta nella politica degli organici

Messaggiodi edscuola » 10 febbraio 2008, 17:14

da Tuttoscuola

Perequazione: svolta nella politica degli organici

10 mila posti in meno in due tempi: 60% adesso come organico di previsione e 40% prima dell’estate come organico di fatto, accertato e definitivo.

Può sembrare la solita storia dei tagli della solita legge finanziaria, con le solite proteste dei sindacati preoccupati per la riduzione dell’occupazione. Questa volta, però, c’è una novità, perché, dopo anni di tentativi per ripartire le sofferenze dei tagli un po’ fra tutti, il ministero della pubblica istruzione ha, finalmente, compiuto una scelta forte di perequazione territoriale.

Una scelta che Tuttoscuola da tempo aveva auspicato per una politica degli organici che tenesse conto prioritariamente dell’andamento demografico della popolazione scolastica.

Vediamo di capire meglio. Da anni nel nostro Paese è in atto una recessione costante dei livelli di popolazione scolastica nelle regioni meridionali (calo di 334 mila alunni nell’ultimo decennio nei settori statali dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione), a cui fa da netto contrasto, favorito anche dai flussi migratori dall’estero, un sensibile incremento di alunni nelle aree centro-settentrionali (aumento di circa 318 mila alunni nell’ultimo decennio negli stessi settori scolastici).

Negli anni scorsi l’adeguamento degli organici ai due diversi livelli di popolazione è stato cauto e parziale, nella prevalente preoccupazione, forse, di contenere gli effetti della finanziaria di turno. Quest’anno invece le scelte sono state nette.

Nella scuola dell’infanzia, unico settore dove si registrano incrementi di organico (733 posti in più rispetto all’anno scorso), le regioni meridionali sono rimaste completamente all’asciutto. Per le scuole primarie (3.714 posti in meno) le regioni meridionali lasciano sul campo 4.468 posti; per le scuole del I grado, dove le riduzioni, grazie all’onda lunga degli anticipi morattiani, sono contenute complessivamente a 522 posti in meno, le regioni meridionali perdono comunque 1.351 posti.

Ovviamente al centro nord passano invece all’incasso.
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