Sostegno, piu' docenti in servizio. E sempre piu' precari

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Sostegno, piu' docenti in servizio. E sempre piu' precari

Messaggiodi edscuola » 1 novembre 2011, 9:34

da il REDATTORE SOCIALE

Sostegno, più docenti in servizio. E sempre più precari

Speciale di Tuttoscuola. Oltre 96 mila insegnanti nella scuola statale, ma solo 63mila sono inseriti nell’organico di diritto. Gli altri sono precari, un numero che cresce ogni anno. Con forti differenze territoriali
ROMA – I dati ufficiali e definitivi del ministero dell’Istruzione ancora non ci sono, ma nell’anno scolastico in corso sono cresciuti sia il numero degli alunni con disabilità (circa 10 mila in più rispetto allo scorso anno), sia quello degli insegnanti di sostegno, che dovrebbero aver ormai superato le 96mila unità, circa due mila in più di quanto annunciato dallo stesso ministro Gelmini alcune settimane fa. Ma l’analisi dei numeri consegna una realtà che è fatta di sempre maggiore precarietà, con un aumento dei docenti precari rispetti a quelli inseriti negli organici di diritto e differenze abissali nella copertura delle necessità fra le varie regioni italiane. E’ questo il quadro delineato dal sito Tuttiascuola.com, che dedica oggi uno speciale sul sostegno.
Le differenze fra le regioni sono davvero ampie. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, in Emilia Romagna c’è un docente di sostegno di ruolo ogni 3,75 bambini disabili, mentre in Campania ogni 1,36: una differenza superiore alle due unità. A livello di scuola primaria, in Veneto si arriva ad avere un docente di sostegno stabile ogni 4,05 studenti disabili, mentre in Basilicata ogni 1,62. Queste differenze sono figlie – spiega lo speciale – di quanto accaduto negli ultimi anni nel settore. La legge finanziaria 2008 – spiega Tuttoscuola.com - aveva fissato un tetto massimo di docenti di sostegno (quantificato in 90.123 unità) e la stabilizzazione nell’arco di un triennio del 70% dei posti, cioè 63.086 unità, in organico di diritto. I posti in aggiunta (cioè in deroga rispetto ai posti fissi e stabili) avrebbero potuto, quindi, arrivare al massimo a 27.037 unità (30%) da assegnare, tutti, a docenti non di ruolo con contratto fino al termine delle attività. Si trattava dunque di un 70% di posti di sostegno sicuro e stabile, coperto da docenti di ruolo (o con contratto annuale), per assicurare continuità didattica e qualità educativa, e di un restante 30% occasionale, discontinuo e precario, come i docenti chiamati a ricoprire quei posti.
In verità, anche per effetto della sentenza della Corte costituzionale che tutela gli studenti con disabilità, il tetto massimo dei posti è saltato e con esso anche il rapporto 70/30. Oggi i 63.086 posti in organico di diritto sono rimasti tali e quali e sono aumentati invece quelli in deroga. Su un totale di 96.200 docenti di sostegno, quelli stabili sono appunto poco più di 63mila, pari non al 70 ma al 65,5%. Con tendenza ad abbassarsi ancora. L’aumento dei docenti di sostegno porta dunque con sé l’aumento dei posti in deroga, quelli più precari. Un fenomeno diffuso soprattutto al nord e al centro, visti i grandi squilibri regionali: per una maggiore perequazione, Tuttoscuola informa che circa ottomila docenti avrebbero dovuto essere assegnati al nord e centro, e non al sud e nelle isole come invece accaduto.
Sostegno, l’Italia spaccata in due: differenze abissali fra le regioni
Speciale Tuttoscuola. La stabilizzazione degli insegnanti di sostegno condotta negli ultimi anni non è stata equa: al sud quasi 7 mila docenti di troppo. Nella primaria 1,62 alunni disabili per docente in Basilicata e 4,05 in Veneto
ROMA – I docenti di sostegno sono sempre più precari ma tale precarietà non è distribuita in modo omogeneo sul territorio nazionale: a dimostrarlo sono i numeri dello speciale che Tuttoscuola.com dedica oggi alla scuola e alla situazione degli insegnanti di sostegno. Il livello di stabilizzazione dei docenti di sostegno nella scuola statale è stato fissato dalla legge finanziaria del 2008 a quota 70%, per un numero di posti fissi e stabili pari a 63.086 unità. La stessa normativa prevedeva però che la stabilizzazione graduale di questo numero avvenisse sanando le differenze regionali allora evidenti.
Le cose però – afferma Tuttoscuola – non sono andate in questo modo: “Alcuni territori si sono avvantaggiati sugli altri andando ben oltre il limite di stabilizzazione con una quantità percentualmente maggiore di posti in organico di diritto, lasciando in questo modo agli altri territori la pesante precarietà dei posti in deroga”. Secondo il rapporto, per un’effettiva perequazione circa 7 mila posti di sostegno avrebbero dovuto essere assegnati ai disabili del Centro-Nord, anziché, come avvenuto, a quelli del Sud e delle Isole. Se si fosse agito in questo modo, “anche la precarietà dei posti in deroga, aggiunti annualmente senza certezza della continuità didattica, sarebbe avvenuta in termini più equi”, e le nomine “anziché andare pressoché a senso unico a favore delle scuole meridionali e insulari si sarebbero distribuite anche negli altri territori”. In generale ciò avrebbe comportato un servizio più omogeneo sul territorio anche in termini di qualità del servizio e di continuità didattica. Sul perché non si è seguita questa strada, se vi è stata disattenzione o si è trattato di scelte intenzionali, Tuttoscuola afferma che dal ministero “sarebbero doverose delle risposte”
I DATI - Complessivamente per l’intero primo ciclo, scuole dell’infanzia comprese, il ministero – informa Tuttoscuola.com - ha previsto 133.625 alunni disabili e per loro ha assicurato un organico di diritto di 49.588 posti di sostegno per una media nazionale di 2,69 alunni/docenti. Quei 49.588 posti fissi – che assicurano anche continuità didattica e stabilizzazione – hanno avuto una distribuzione sperequata. Se il rapporto medio di 2,69 fosse stato assicurato in ogni territorio, la Campania avrebbe dovuto avere 2.585 posti di meno in organico di diritto, la Puglia 1.481 posti in meno; sempre in meno la Sicilia (-1.258), la Calabria (-674), la Sardegna (-513) e la Basilicata (-240), per un totale complessivo di 6.694 posti assegnati oltre al dovuto. Quei 6.694 posti avrebbero dovuto essere invece, assegnati a scuole del primo ciclo di altri territori: 3.120 posti in più nel Nord Ovest (la Lombardia avrebbe avuto diritto a 2.615 posti in più), 1.823 posti in più nel Nord Est (1.234 posti in più al Veneto) e 1.681 posti in più al Centro (948 posti di sostegno in più nelle scuole del Lazio).

SCUOLA INFANZIA - Ecco alcuni esempi di differenze regionali indicati da Tuttoscuola. Per la scuola dell’infanzia l’organico di diritto ha previsto che nell’anno scolastico 2011-12 vi siano 11.794 bambini disabili e per loro ha disposto 5.440 posti di sostegno stabili e sicuri, per un rapporto medio nazionale di 2,17 bambini disabili per ogni posto di sostegno fisso. Rapporto che non è confermato sul territorio: in sei regioni infatti sono stati garantiti più posti stabili di sostegno e, quindi, il rapporto medio è risultato molto più basso della media nazionale. E’ il caso di Campania, dove la media è stata di 1,36 bambini disabili per ogni posto di sostegno in organico di diritto, e anche di Basilicata (1,41), Calabria (1,52), Puglia (1,81), Sardegna (1,29) e Sicilia (1,89). Di contro, al nord si va molto sopra la media nazionale (2,17): in Emilia-Romagna si arriva al 3,75, nel Veneto al 3,47, nelle Marche al 3,38, in Toscana al 3,32, in Umbria al 3,13 e in Lombardia al 2,93. In sintesi – spiega Tuttoscuola - nel nord-est la media risulta pari a 3,38 bambini disabili per ogni posto di sostegno, al sud dell’1,59: quasi due punti di distanza.
SCUOLA PRIMARIA - Per la scuola primaria, l’organico di diritto dell’anno scolastico 2011-12 ha previsto che vi siano 66.245 alunni disabili e per loro ha disposto 24.071 posti di sostegno stabili e sicuri, per un rapporto medio nazionale di 2,75 alunni disabili per ogni posto di sostegno fisso. Ma al nord e al centro, a causa della consistente minore assegnazione di posti, il rapporto è stato ben più elevato: nel Veneto è stato di 4,05, nelle Marche di 4,04, in Lombardia di 3,96, in Emilia-Romagna di 3,47, in Umbria di 3,40, nel Lazio di 3,36 e in Piemonte di 3,15. Poiché, invece, al sud e nelle isole, sono stati assegnati in proporzione più posti di sostegno, il rapporto medio è andato ben al di sotto del valore nazionale del 2,75: in Basilicata è stata infatti di 1,62, in Puglia di 1,78, in Sardegna di 1,91, in Calabria e Campania di 1,92. Anche qui, i criteri di assegnazione per la stabilità dei posti di sostegno nella scuola primaria hanno favorito (e non di poco) le aree meridionali (con l’eccezione di Abruzzo e Molise), a danno delle aree settentrionali e centrali.
SCUOLA SECONDARIA - Per il 2011-12 sono stati previsti 55.586 alunni disabili nella scuola secondaria di I grado e per loro in organico di diritto sono stati disposti 20.077 posti di sostegno, per una media di 2,77 alunni disabili per ogni posto. La distribuzione territoriale dei posti di sostegno è stata fortemente differenziata, tanto che il rapporto medio è salito al 3,78 al Nord Ovest ed è sceso al 2,00 al Sud.
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