da Repubblica
Maturità, la beffa del voto un segreto anche per la prof
MICHELA BOMPANI
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Genova
Il voto di maturità da quest´anno è segreto, anzi segretissimo. Anche per una docente del liceo classico Mazzini, che ha chiesto di conoscere i risultati dell´esame dei suoi alunni, seguiti per cinque anni. E la domanda si è infranta contro il rigorosissimo, e un po´ assurdo, muro della privacy che "protegge" da quest´anno gli alunni e i loro voti.
Maria Teresa Poggi insegna Matematica al Mazzini da molti anni, ieri mattina l´istituto ha esposto i quadri che, come in tutta Italia, riportano laconicamente, accanto al nome del candidato, "esito positivo" oppure "esito negativo". E Poggi, che ha svolto gli esami di Maturità come commissario all´istituto Odero, si è rivolta direttamente al preside, Mario Eugenio Predieri: «Vorrei sapere come sono andati i miei alunni di terza, posso vedere i voti?». Il preside ha allargato le braccia: «Non si può». Le ha proposto di formulare una richiesta scritta, illustrando le motivazioni, «magari così riusciamo ad aggirare la privacy», le ha suggerito, senza però assicurare nulla. Schiacciato anche lui da una norma ministeriale che stride, contro ogni ragionevolezza. La responsabilità, ovviamente, non è del preside, sottolinea Poggi: «Ma di una normativa che impedisce agli insegnanti di conoscere i voti dei propri allievi».
E Poggi non ci sta: «E´ pura follia - dice - ma come è possibile che io abbia seguito i ragazzi per cinque anni, li abbia valutati, abbia firmato i registri, abbia partecipato agli scrutinii per ammetterli o no all´esame e adesso mi venga negato di conoscere i voti dei miei alunni? Cosa devo fare adesso? Telefonare a casa di ognuno? E´ pazzesco». Maria Teresa Poggi è una che non si risparmia con i ragazzi, le ore extra lezioni per aiutarli a "mettersi in pari" non sono un problema, ovviamente senza retribuzioni in più rispetto al solito stipendio. E infatti tra i suoi ex alunni, in tre hanno avuto la lode, unico indizio di un brillante risultato che trapela nella sfilza di "esito positivo" e "esito negativo".
Quello che la fa davvero arrabbiare è quella che lei chiama "la sceneggiata". "La sceneggiata" è in realtà un evidente controsenso: tra il volto pubblico dell´esame di Maturità, dove gli alunni sostengono l´esame e alle loro spalle chiunque può sedersi ad ascoltare, e la "segretezza" del risultato. «A ben vedere se qualcuno, in passato, poteva testimoniare un´ingiustizia in sede di voto, adesso non potrà più farlo», riflette Poggi. E prosegue: «E poi: i quadri che informavano dell´ammissione o no all´esame riportavano tutti i voti degli alunni, e invece l´esito finale, un mese dopo, è criptato».
Il pericolo, spiega, è l´appiattimento del valore di ogni singolo studente: «Gli alunni devono poter confrontare il proprio profitto con quello dei compagni, fa parte del processo educativo. «. Inoltre s´innescherà, avverte Poggi, una deresponsabilizzazione della commissione d´esame: «Se nessuno potrà controllare la distribuzione dei voti, se sarà tutto un mare magnum di "esito positivo", con qualche eccezione - che sarà sempre più eccezione - di "esito negativo", non si baderà più ad una coscienziosa differenziazione della valutazione dei ragazzi. E quel voto, sempre più indifferenziato, se lo porteranno scritto in curriculum, tutta la vita».