Di.S.A.L.: Comunicato 3 ottobre 2007

Rassegna Stampa e News su Scuola e Sindacato

Di.S.A.L.: Comunicato 3 ottobre 2007

Messaggiodi edscuola » 5 ottobre 2007, 15:19

Recupero debiti: sani principi, insanabili contraddizioni. Si torna indietro: agli esami a settembre

Pur contenendo l’affermazione di principi importanti (maggiore serietà della scuola, scadenza certa per il recupero delle carenze, tendere alla prevenzione del debito, obbligo per la scuola di farsi carico delle difficoltà degli alunni) e alcune proposte valide (cioè solamente la possibilità di superare la classe e la possibilità per le scuole di collaborare con centri esterni, convinti come siamo dell’utilità di una rete di alleanze educative di fronte agli alunni n difficoltà), il decreto contiene contraddizioni insanabili e per questo non ci convince nello sviluppo organizzativo, nel grave problema delle risorse e per serie lacune normative.

1. Di fatto si torna indietro, come tutti hanno scritto, agli esami a settembre. Fanno tenerezza coloro che dalle pagina dei grandi quotidiani rimpiangono la serietà di quella scuola: assomigliano tanto ai nonni nostalgici dei “loro tempi” ! I problemi del mal funzionamento del macchinoso sistema dei debiti-crediti e della inutilità di molti corsi di recupero non si risolvono tornando indietro. La scuola degli esami a settembre non era la scuola di oggi del 99,5 % dei giovani e, con buona pace dei nostalgici, diciamolo con franchezza, non era molto spesso una scuola seria, specie verso chi aveva delle difficoltà. Era una scuola fatta per chi riusciva già con le proprie forze, già dotato di capacità, oltre ad avere alle spalle famiglia e contesto sociale favorevoli. Chi non ricorda poi gli scrutini che duravano 10 minuti, dettando solo voti senza parlare mai di ragazzi. Di quel tipo di scuola noi non abbiamo rimpianti ! Dell’umanità e della serietà di molti docenti però, quelli sì, abbiamo nostalgia !

2. Di fronte al nuovo testo quello che maggiormente stupisce e di cui nessuno parla è il coro di totale sostegno da parte dei sindacati presenti nel CNPI: ben altro fu il loro tono in quel consesso e nelle scuole a fronte ad un ben minore aumento dell’impegno di lavoro, con zero risorse come avvenne per la figura del tutor nel primo ciclo proposto dalla riforma Moratti. Due pesi e due misure ? Del CNPI il testo assume tutte le proposte: il Ministro ha fatto propri tutti i suggerimenti dei sindacati. Ben diverso è stato con le associazioni professionali, i pareri delle quali sono stati abbondantemente disattesi !

3. Il testo finale è peggiorativo di quello sottoposto alle consultazioni (cfr. ): è sparito l’esplicito riferimento (art. 3) alla funzione del dirigente anche rispetto al ricorso a soggetti esterni; è sparito (art. 4) la possibilità di avvalersi “per le discipline aventi dimensione tecnico-pratica” di “laboratori didattici” attivati in collaborazione con le imprese, il mondo del lavoro”; si è appesantita sul piano burocratico la comunicazione alle famiglie e la procedura dei recuperi nell’ultimo quadrimestre della classe quinta.

4. Risultano quindi incomprensibili le modalità con le quali affrontare il nuovo pesante onere organizzativo e burocratico: gestione dei corsi di recupero obbligatori per tutti gli alunni con debito; gestione dei corsi durante l’estate in periodo di esami di stato e di ripresa d’anno scolastico; l’attuazione dei corsi (art. 1), delle prove e degli scrutini per tutti quelli che hanno insufficienze (art. 6) vanifica ogni possibilità di iniziare le lezioni entro il 10-15 settembre. Per questo non comprendiamo il totale assenso sindacale ad un notevole aumento di lavoro a fronte di bassi compensi e di totale incertezza sulle disponibilità di risorse.

5. Come è avvenuto quest’anno, più del 60% dei docenti è convocato per gli esami di maturità. Un altro 20 % è stato chiamato a sostituire i rinunciatari. Salvo quindi una diversa soluzione per questi e per la problematica contrattuale citata, con certezza quasi tutti i corsi estivi (quelli decisivi per la valutazione finale) sarebbero tenuti da enti esterni. In verità talvolta cambiare rapporti personali docente-allievo per la ripresa di una disciplina spesso costituisce un elemento positivo. Ma una generalizzazione di corsi all’esterno potrebbe comportare seri problemi per la serenità della valutazione. E comunque nessun docente del triennio potrà farei i corsi in giugno-luglio !
C’è poi la grave incertezza che verrebbe ad introdursi sulla previsione delle classi e quindi degli organici: on non si boccia nessuno a settembre o su 400 rimandati (vedi ipotesi seguente) il 10 % dei bocciato cambia due classi.

6. Il problema poi delle risorse economiche (nelle assegnazioni e nei parametri attuali, anche dopo la Direttiva sulle attività pomeridiane) appare, allo stato attuale, insormontabile. I conti sono presto fatti. In un istituto con 900 c.a. alunni, 400 c.a. hanno i debiti. Anche solo per una media di 10 ore procapite annuali (assai esigue) occorrono 4000 ore, a fronte delle 1200 attualmente assegnate a tale unità scolastica per gli IDEI. E le altre, da usarsi sia per i docenti interni che per gli enti esterni ? Chi non spenderà i fondi del recupero si sarà scaricato certo dei problemi, ma chi li avrà spesi tutti (nell’istituto-tipo di prima, a disposizione ci sono fondi per non più di 1200 ore per corsi o sportelli personalizzati) dove troverà le risorse necessarie per gli altri corsi estivi ?

7. C’è infine la questione del consiglio di classe: attualmente specie negli istituti tecnici e professionali e di provincia all’1 settembre mancano una media del 20-30 % dei docenti ? Chi farà le prove per queste materie e chi farà gli scrutini in regime di “collegio perfetto” ? Lo scrutinio è un atto definitivo ed unitario, non può essere iniziato da chi non lo conclude. C’è poi la presenza di gran parte dei supplenti con contratti al 30 giugno: per queste discipline chi farà i corsi e gli scrutini ? Un consiglio di classe totalmente cambiato ? Con in più la mobilità dei docenti di ruolo. Il tutto rende il meccanismo assolutamente contraddittorio ed inattuabile, a meno di riportare il termine dell’anno scolastico al 20 o 30 settembre.

6. Per affrontare in modo complessivo ed adeguato di alternative o proposte, dovremmo addentrarci in una nuova prospettiva del fare scuola per standard da raggiungere, con più spazi al fare ed alla laboratorialità che al solo insegnamento teorico, dove la valutazione è compresa e vissuta come un atto unitario non parcellizzabile in tanti segmenti. Dovremmo capire meglio che non si fa recupero di difficoltà con la minaccia della bocciatura, ma risvegliando capacità e risorse positive degli allievi. Dovremmo quindi parlare di cosa può favorire una scuola come comunità di apprendimento, come clima e ambiente favorevole. Dovremmo riflettere su relazioni educative liberamente scelte. Dovremmo inoltre tener presente che l’introduzione del sistema degli IDEI, pur con tutti i suoi limiti, comprendeva non solo meccanismi e risorse per le carenze da recuperare, ma anche per le capacità ed i meriti da potenziare. In una parola: dovremmo dare piena autonomia e liberta didattica ed organizzativa alle scuole.

7. Limitandoci al quadro attuale di un intervento limitato, potrebbe essere più realistico intervenire sulla normativa vigente (dal R.D. 653/25 al DL 297/94) ponendo una ulteriore restrizione con la possibilità di “non promuovere in presenza della reiterazione dello debito per due anni nella stessa disciplina, pur avendo promosso interventi di recupero”. Si tratterebbe così di proseguire, meglio precisandolo, il percorso iniziato dal D.M. 42 del maggio 2007.

La direzione nazionale
edscuola
Site Admin
 
Messaggi: 19822
Iscritto il: 3 ottobre 2007, 11:30

Torna a Educazione&Scuola© - Rassegna Sindacale

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 15 ospiti

cron