FLC CGIL: Intervento 27 ottobre 2007

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FLC CGIL: Intervento 27 ottobre 2007

Messaggiodi edscuola » 27 ottobre 2007, 17:42

Intervento di Enrico Panini, Segretario generale della FLC Cgil

"Un saluto e un abbraccio alle lavoratrici ed ai lavoratori della scuola che oggi hanno scioperato in massa.

Un benvenuti a tutti voi docenti, dirigenti, ausiliari, tecnici, amministrativi che con questa manifestazione nazionale ricordate alla politica ed al Paese che ci sono problemi non rinviabili.

Benvenuti e grazie agli studenti, alle associazioni, ai genitori che hanno voluto essere qui in piazza al nostro fianco.

Era ora che ci trovassimo a Roma per dire e rendere visibile la nostra grande rabbia cresciuta a fronte di scelte sbagliate e dannose per il lavoro, per il valore del lavoro, per il rilancio della scuola pubblica.

Ma come, ci hanno chiesto in tanti, avete appena firmato un buon contratto e siete già in sciopero? Ma che cosa sta succedendo?

E’ vero abbiamo firmato il nostro contratto di lavoro, un buon contratto di lavoro, appena venti giorni fa.

Un contratto che per la parte economica 2006 – 2007 è stato firmato quasi alla scadenza del biennio perché il Governo Berlusconi non aveva messo a disposizione le risorse economiche sufficienti per aprire la trattativa e perché con l’attuale Governo abbiamo dovuto aprire una difficile vertenza per aumentare le risorse economiche disponibili.

Questa vertenza si è risolta positivamente ma ha richiesto tempo.

Noi non vogliamo più ripetere questa esperienza.

I rinnovi contrattuali non sono un optional, devono essere contrattati in modo tempestivo, per fare questo le risorse economiche necessarie ci devono essere con chiarezza e fin dal primo giorno.

Non è un optional la crescente difficoltà che decine di migliaia di persone, in particolare i giovani, i più deboli, i precari, vivono tutti i mesi nel far quadrare conti che devono misurarsi con prezzi che crescono in modo consistente.

Non è un optional il fatto che in questi anni i salari si sono ridotti.

Ci fa piacere che il Governatore Draghi abbia detto che i salari devono crescere.

Ma adesso che la nostra denuncia è stata ulteriormente ed autorevolmente confermata esigiamo le risposte perché le denunce non aiutano i lavoratori ad arrivare a fine mese.

Lo sciopero generale di oggi ha obiettivi precisi e richiede risposte precise dal Governo, altrimenti si sappia che noi non ci rassegneremo e la nostra lotta non si fermerà.

Questo sciopero ha al centro i diritti del lavoro e il valore della scuola pubblica, questa grande palestra di democrazia e civiltà che tutti i giorni mantiene alto il prestigio del nostro Paese grazie all’impegno, alla capacità, alla responsabilità di centinaia di migliaia di persone.

FLC Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola pretendono profondi cambiamenti ad una legge Finanziaria che così com’è non va bene, non va per niente bene.

Cgil, Cisl e Uil scioperano perché vogliono le risorse finanziarie per il biennio economico 2008 – 2009.

Con gli otto euro di aumento che deriverebbero dagli stanziamenti previsti nell’attuale Finanziaria al tavolo della trattativa non ci sediamo neanche.

Il rinnovo contrattuale è un diritto.

Lo è anche per diecimila dirigenti scolastici per i quali manca ogni condizione per aprire le trattative.

La scelta fatta dal Governo di stanziare la sola Indennità di Vacanza Contrattuale è di una gravità inaudita: perché colpisce i lavoratori della scuola, come tutti i lavoratori pubblici, di fatto prefigurando un rinvio dei rinnovi contrattuali.

E’ grave perché se il pubblico si comporta così con i propri dipendenti è chiaro il segnale che arriva al padronato, non vi preoccupate dei rinnovi contrattuali.

Vogliamo le risorse per il biennio contrattuale 2008 – 2009 ma vogliamo risposte alla nostra denuncia circa il fatto che i lavoratori della scuola italiana sono fra i peggio pagati in Europa.

Una distanza sempre più insopportabile.

Si continuare a dire che la scuola è importante, ed è vero.

Si continua a dire che nuovi compiti attendo la scuola pubblica, ed è vero.

Ma non si possono poi lesinare le risorse, pagando chi svolge un ruolo cosi importante e delicato un’autentica miseria.

Cgil, Cisl e Uil scioperano perché vogliono che con questa Finanziaria si riduca la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente.

In un paese che continua a conoscere cifre da capogiro rispetto ai livelli di evasione le retribuzioni dei lavoratori sostengono un peso fiscale durissimo.

Bisogna cominciare a voltare pagina con decisione, perseguire con continua determinazione gli evasori ed alleggerire la pressione sulle buste paga.

Presidente Prodi gli impegni si onorano.

A giugno ben quattro ministri del suo Governo (Nicolais; Padoa Schioppa; Fioroni e Mussi) hanno sottoscritto con i segretari generali Epifani, Bonanni e Angeletti un’Intesa sulla Conoscenza.

In quel documento il governo si impegnava ad investire sulla scuola pubblica considerandola un bene prioritario per il Paese, ad interrompere una stagione ultradecennale di tagli agli organici di docenti e personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, a considerare la precarizzazione come un male da superare, a garantire condizioni di lavoro migliori, dagli edifici alle attrezzature dei laboratori.

Sono bastati pochi mesi per scoprire che la Finanziaria va in tutt’altra direzione.

La scuola, il pubblico sono conquiste, valori, che non consentiremo mai vengano messi in discussione.

Siamo furenti per il mancato rispetto dei patti sottoscritti.

Questa Finanziaria continua a tagliare organici, posti di lavoro.

Nel 2008 altri 11.000 posti in meno che si aggiungeranno a quelli degli anni scorsi.

Siamo alla solita indigeribile minestra che produce disastri nel funzionamento di tutti i giorni, perchè peggiora le condizioni dell’attività, e autentici drammi sociali, perché colpisce i più deboli.

Non chiediamo la luna, chiediamo solo di ragionare: ridurre i docenti e ridurre i lavoratori ATA quando aumentano le iscrizioni significa peggiorare le condizioni di lavoro per quelli che rimangono e sacrificare le condizioni di studio dei ragazzi.

Il Governo si era impegnato con noi a considerare chiusa questa stagione e a programmare, cioè a tenere conto non della calcolatrice ma dei processi reali.

Se aumentano le iscrizioni, se aumentano i bambini extracomunitari inseriti, se più bambini vanno alla scuola dell’infanzia ci devono essere gli insegnanti ed i lavoratori ata necessari.

Questa Finanziaria non riduce di un euro la crescente distanza che esiste fra gli investimenti in conoscenza nel nostro Paese e il grosso dei Paesi europei.

Dietro ai punti % di investimenti in meno ci sono i tanti drammi della dispersione scolastica che non cala, di un minore numero di diplomati, laureati, ricercatori rispetto al resto d’Europa, di un paese che arranca e che fa fatica.

Il Governo si era impegnato con noi a ridurre progressivamente questa forbice perché un Paese colto è un Paese in grado di dire la sua sul futuro.

Rispetto a questo impegno potremmo usare il titolo di una nota trasmissione televisiva: “Chi l’ha visto?”.

Il problema del precariato nella scuola è lontano dall’essere risolto.

Anche quest’anno decine di migliaia di posti sono stati coperti grazie ai supplenti.

Se non ci fossero loro la scuola non potrebbe andare avanti. Stiamo parlando di donne e uomini con 7, 8, 9 anni di precariato lungo alle spalle, quando va bene, concorsi, titoli, punteggi, tutto. Non gli manca niente.

Eppure solo 10.000 assunzioni sul personale ATA sono previste per il 2008.

Ma il Governo con noi si era impegnato a ben altri interventi per scrivere la parola fine alla precarizzazione dilagante.

10.000 assunzioni sono una goccia nel mare dei posti ATA disponibili.

Senza dimenticare che per i docenti i problemi non sono certo risolti con la manovra dell’anno scorso.

Questa Finanziaria non dà risposte ai tanti grandi problemi che stanno mettendo in forte difficoltà le singole scuole, che pesano sulle spalle di dirigenti, docenti, personale ata.

Le scuole italiane sono soffocate da oltre un miliardo di euro di debiti.

Debiti contratti a causa della riduzione di trasferimenti dallo stato alle scuole che arrivano dagli anni scorsi.

Inaccettabile che non si faccia nulla.

Oltre 80.000 lavoratori provenienti dagli enti locali continuano ad essere pagati meno di quanto loro spetterebbe grazie ad un assurdo emendamento approvato con la Legge Finanziaria per il 2005.

Poveri cristi, già con stipendi fra i più bassi, che dal 2000 stanno perdendo ogni anno circa 3.000 euro.

Anche in questo caso la Finanziaria è muta.

Un silenzio da brivido!

La fine di questo mese di ottobre è contrassegnata da un fuoco di fila di iniziative di lotta.

Ieri i nostri colleghi ed amici della Funzione Pubblica hanno scioperato ed invaso Roma con un bel corteo che ha dato voce e forza alle ragioni della protesta.

Lunedì toccherà ad Accademie e Conservatori, Ricerca ed Università.

Oggi la scuola, che nello scendere in piazza mostra il cuore grande della solidarietà perché invita anche chi non è al lavoro ad aderire allo sciopero destinando l’importo di una giornata di retribuzione al sostegno di un progetto Unicef per costruire scuole in Africa.

Siamo in lotta in Italia ma i sindacati confederali non si dimenticano, anche in questi momenti, di chi sta peggio.

Il nostro sciopero e questa manifestazione si realizzano su concreti obiettivi sindacali, che parlano ai diritti delle persone.

Ma la parola d’ordine di questa bella manifestazione “Per una scuola pubblica di qualità” parla alla civiltà di un Paese, parla del futuro, della democrazia, del diritto che ognuno di noi deve avere di costruire il proprio progetto di vita, i propri sogni e desideri senza che il colore della pelle o il reddito dei genitori ne determinino il destino.

Ecco perché parliamo di civiltà.

Questo è il senso della scuola pubblica, questo è il senso del lavoro di tutti noi.

Su questo non abbiamo fatto né faremo sconti a nessuno.

Oggi non ci sono in piazza né bamboccioni, né fannulloni, né bulli.

Ci sono donne e uomini capaci e responsabili, che pretendono risposte, non promosse né tantomeno appellativi inaccettabili.

Da questa piazza parte un telegramma per il Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi e per il Ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni: “Sulla scuola pubblica non si scherza!”.
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