Elementari, tempo pieno per tutti

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Elementari, tempo pieno per tutti

Messaggiodi edscuola » 2 febbraio 2010, 13:34

da Corriere.it - Milano

Dopo la riforma
Elementari, tempo pieno per tutti

Far uscire il bambino prima del pomeriggio? Le scuole dicono no. Il provveditore: «faremo le dovute verifiche»

MILANO— Sono una minoranza. Mamme che, per scelta o per necessità, hanno deciso di fare come una volta, di accompagnare i figli a scuola e riportarli a casa all’ora di pranzo. Il pomeriggio insieme. Anche a costo di sacrifici. Il piatto pronto in tavola, i compiti, poi di nuovo in ufficio. Ma nella Milano simbolo del lavoro e del tempo pieno c’è poco spazio per le decisioni «controcorrente». Basta una telefonata all’elementare di quartiere per capirlo. «Vorrei iscrivere il mio bambino, ma niente lezioni pomeridiane». Risposta: «Non è possibile. Provi da un’altra parte». Caccia alle classi «a modulo». Secondo le statistiche ufficiali, su 7.728 sezioni di scuola primaria a Milano e Provincia, solo 623 seguono un orario settimanale «breve», sotto le 40 ore (per la maggior parte si tratta di quarte e quinte). E dentro i confini cittadini gli istituti che prevedono questa opzione sono circa una dozzina. Spiegazione: «Le famiglie vogliono il tempo pieno». Benissimo, giusto garantirlo (e infatti oltre il 91 per cento dei milanesi ne approfitta). Ma gli altri? «Non possiamo fare classi per tre persone». L’obiezione è corretta. Alla Bicocca, quartiere ex operaio a Nord della città, il preside Giuseppe Duminuco alza le braccia: «In vent’anni mi ricordo quattro richieste di modulo». Eppure Luisa, che la sera lavora in un ristorante, spiega che vorrebbe vedere il figlio Matteo «almeno di pomeriggio»: «Non sono ricca e il mio non è un capriccio. Vorrei esercitare un diritto. Ma in zona ho trovato solo scuole a tempo pieno».

Paradossi milanesi. Le mamme che protestano per l’orario lungo e quelle che chiedono il maestro unico. Maria Cristina Rosi, a capo del circolo didattico Pini, sospira: «A noi piacerebbe dare tutto il ventaglio di offerte. E ogni anno lottiamo per avere almeno una sezione a tempo ordinario nei nostri plessi. Capisco che alcune famiglie si sentano discriminate. E non c’è da stupirsi se vanno alle private». Fuga per il «modulo». Cristina Sepe, che ha cinque figli, la scuola se l’è andata a cercare. «Le due primarie vicine a casa garantivano solo il tempo pieno. Per stare con i miei figli di pomeriggio, alla fine ho dovuto trovare l’istituto che mi desse retta, rintracciare altri sedici genitori che la pensassero come me e presentare "l’intero pacchetto" con un anno di anticipo». In via della Spiga, l’elementare del Quadrilatero, arrivano perfino dall’hinterland. La preside Luciana Di Nunzio Ferrari conferma: «È un modello a cui non vogliamo rinunciare».

Secondo le regole ministeriali, ogni istituto deve presentare alle famiglie quattro opzioni orarie: 24, 27, 30 e 40 ore settimanali. Poi, a seconda delle scelte dei genitori, si organizzano le classi. Niente da fare, dalle segreterie scolastiche arrivano risposte inequivocabili: «Abbiamo un solo orario». Un atteggiamento che non piace al provveditore milanese, Giuliana Pupazzoni: «Il problema ci è stato segnalato, faremo le dovute verifiche. Voglio ricordare che le scuole sono al servizio delle famiglie e non il contrario. Se ci sono stati atteggiamenti scorretti li correggeremo».

Annachiara Sacchi
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