da Corriere della Sera
Lo «schiaffo educativo» non esiste
Con i figli bastano le parole
Genitori forti, equilibrati e sicuri di sé non hanno bisogno di ricorrere a gesti violenti
Dopo che, due anni fa, in Nuova Zelanda era stata approvata una legge — causa, peraltro, di forte divisione tra la popolazione — che proibisce ai genitori di alzare le mani sui figli, ora si sta delineando un tentativo di marcia indietro. A mezzo referendum — solo consultivo — che dovrebbe dare indicazioni sul futuro comportamento del legislatore riguardo alla questione: se, cioè, tenere fermo il divieto di botte oppure abolirlo. Non sappiamo quali fossero i metodi con i quali i genitori neozelandesi cercavano di educare la prole, se usassero fruste, bastoni, battipanni, pugni o soltanto il palmo della mano, tuttavia speriamo fortemente che il referendum confermi il no alle punizioni corporali.
Sebbene si senta spesso e volentieri affermare da ogni parte, anche dalle persone più ragionevoli e più miti, che «un paio di schiaffi ben assestati ogni tanto ci vogliono perché non hanno mai fatto male a nessuno e perché anche noi a suo tempo li abbiamo presi e ciononostante — o, anzi, proprio per questo — siamo venuti su bene», picchiare i bambini e i ragazzi resta pur sempre un segno di debolezza. Genitori forti, equilibrati e sicuri di sé non hanno, infatti, bisogno di ricorrere a gesti violenti, e schiaffi, schiaffoni o sculacciate anche poco più che simbolici lo sono; a loro basta la parola.
Ciò non esclude, naturalmente, le punizioni e i castighi, ma esclude quell’ingiustizia evidente e diseducativa del forte che picchia il debole, del grande che malmena il piccolo: non è un caso, del resto, che non pochi genitori a un certo punto smettano di alzare le mani sui figli non tanto perché questi si siano corretti e trasformati in ragazzi docili ed educati, quanto perché fisicamente ormai troppo forti per accettare di prendersi le botte senza restituirle. E c’è, infine, la questione non indifferente dell’esempio che si dà, picchiando. Se padri e madri alzano le mani, anche solo perché «ogni tanto lo schiaffo ci vuole», è ovvio che sarà assai difficile far capire a bambini e ragazzini che i compagni di scuola e di giochi non si menano, in particolare se sono più piccoli, in particolare se sono più deboli.
Isabella Bossi Fedrigotti