«Un’ora di legalità in tutte le classi»

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«Un’ora di legalità in tutte le classi»

Messaggiodi edscuola » 24 maggio 2009, 8:45

da Corriere

«Un’ora di legalità in tutte le classi»

PALERMO — Un’ora di lezione alla settimana sui banchi di scuola per insegnare ai ragazzi la cultura della legalità. La proposta è stata avanzata ieri da Confindustria, alla commemorazione della strage di Capaci nell’aula bunker del carcere «Ucciardone» di Palermo.
«Vorrei proporre al ministro dell’Istruzione Gelmini di istituire un’ora di lezione dedicata alla legalità nelle scuole d’Italia»», ha detto il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, che ha partecipato alla commemorazione della strage di Capaci nell’aula bunker del carcere «Ucciardone» di Palermo.
Montante è il delegato del presidente Emma Marcegaglia (sopra nella foto) per la legalità. «Mi aspetto dalla politica — ha sottolineato — che raccolga il testimone delle azioni concrete, dell'impegno e delle responsabilità Emma Marcegaglia ha spiegato di aver chiesto «norme molto restrittive contro il racket da inserire nel pacchetto sicurezza» e ha rivendicato la «volontà di stroncare ogni forma di contiguità», anche attraverso la strada imboccata dagli imprenditori in Sicilia e in altre regioni del Sud. I quali, ha detto con orgoglio, «hanno cominciato a espellere dall’associazione tutti coloro che non denunciano il pizzo». «Dobbiamo essere liberi di volare nel mondo dell’onesta». È questa la frase chiave dell’appello lanciato all’«Ucciardone» da Emma Marcegaglia. «Siamo qui— ha detto — per testimoniare l’impegno dell’associazione e delle imprese sane in favore della legalità e contro la cultura della corruzione, dell’evasione, della collusione che inquina il tessuto civile del nostro Paese». Marcegaglia ha ribadito, in un intervento più volte interrotto dagli applausi, che si è ormai affermata nel mondo dell’imprenditoria la «volontà di stroncare ogni forma di contiguità».
Secondo il presidente di Confindustria l’economia sana non ha altra scelta che di espellere le sacche di collusione che ancora sopravvivono. Netto deve essere il «rifiuto di pagare il pizzo» ma anche l’impegno di isolare chi non denuncia il racket. «È un’operazione — ha sottolineato — che si sta estendendo dalla Sicilia alle altre regioni».
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