Insegnanti, fuga dalle cattedre in 5000 scelgono la pensione

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Insegnanti, fuga dalle cattedre in 5000 scelgono la pensione

Messaggiodi edscuola » 10 marzo 2009, 13:20

da Repubblica

Insegnanti, fuga dalle cattedre in 5000 scelgono la pensione


BIANCA DE FAZIO

Napoli
Insegnanti in fuga di gran carriera. Sempre più numerosi i docenti che decidono di andare in pensione: secondo i dati raccolti dalla Cgil nel prossimo settembre saranno, solo a Napoli, oltre 2.500. Il doppio in Campania. Una cifra molto più consistente di quanto ci si aspettasse: nel resto d´Italia sono in totale 29 mila le domande di pensionamento. E dato che i numeri della scuola in Campania sono di norma pari al 10 per cento di quelli nazionali, se la proporzione fosse stata rispettata di pensionamenti ne avremmo avuti meno di 3.000. Se sforano quota 5.000 significa che qui in Campania il fenomeno è pari al 17.24 per cento del totale nazionale.

Il trend è in crescita già da qualche anno, con cifre che definiscono un vero e proprio esodo. Dovuto, secondo i sindacati, a tre fattori determinanti: il timore dell´innalzamento dell´età pensionabile per le donne, le incertezze sul futuro delle scuole, i tagli al personale. E veniamo ai dati napoletani. È nelle superiori che si registra il grosso delle "cessazioni dal servizio": ben 1.296. Più contenuto il fenomeno alle medie (con 646 richieste) e alle elementari o nella scuola dell´infanzia (637). Numeri in controtendenza rispetto a quelli nazionali, dove il grosso dei pensionamenti si registra, invece, in elementari e medie. Qui una spallata agli insegnanti l´ha data l´introduzione del maestro unico nella primaria e la riorganizzazione del tempo scuola nelle medie. Operazioni che in Campania permetteranno all´amministrazione scolastica di procedere con i tagli previsti: oltre 4 mila unità. Altrettanti docenti precari, dal prossimo anno, non avranno un posto in cattedra. Tant´è, il gran numero di pensionamenti apre uno spiraglio proprio ai precari. Il ministero ci sta ancora lavorando, ma secondo indiscrezioni ci saranno, a livello nazionale, non più di 20 mila immissioni in ruolo, e con ogni probabilità riguarderanno soprattutto insegnanti di sostegno e di scuole superiori, mentre numeri solo residuali andranno ai precari delle elementari e a quanti aspirano ad un posto nelle scuole medie.
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