Continua la protesta anti-Gelmini

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Continua la protesta anti-Gelmini

Messaggiodi edscuola » 21 ottobre 2008, 15:03

da LASTAMPA.it

LE CONTESTAZIONI ALLA RIFORMA DELLA SCUOLA

Continua la protesta anti-Gelmini

Manifestazioni e occupazioni in tutta Italia contro il ministro dell'Istruzione

ROMA
Giornata iniziata presto oggi per molte scuole romane in mobilitazione al grido di «E ora provate a fermarci». Continua l’occupazione al liceo Majorana dove numerosi studenti hanno passato la notte. In molte scuole i ragazzi si sono riuniti in assemblea, come al Vittoria Colonna di Roma o davanti a tutte le scuole dei Castelli romani. Lo si legge in una nota dell’Unione degli Studenti di Roma. Al Marco Polo di Monterotondo è cominciata l’autogestione a seguito del corteo cittadino di ieri e di un’assemblea studentesca territoriale che ha visto oltre 300 studenti della città riuniti ieri davanti al Comune fino all’una di notte e che ha lanciato un corteo cittadino per il 27 ottobre. Oggi intanto si svolgeranno assemblee al liceo Augusto, Orazio, Maro Polo di Roma e in molte altre scuole. «Ci faremo sentire in questi giorni - ha detto Stefano Vitale, coordinatore dell’Unione degli studenti di Roma - per ribadire il nostro no al decreto Gelmini, alle classi separate per gli studenti stranieri, all’abbassamento dell’obbligo scolastico e al taglio dei fondi. Bloccando oggi le nostre scuole vogliamo mostrare le reali intenzioni di questo governo: chiudere la scuola pubblica».

Ma la mobilitazione non si ferma ai confini della capitale e, anzi, dilaga in tutto il Paese. A Genova questa mattina un centinaio di studenti del liceo psico-socio-pedagogico Sandro Pertini e del liceo linguistico Grazia Deledda hanno dato vita ad un corteo sponraneo da piazza De Ferrari all’ufficio scolastico regionale per protestare contro la riforma della scuola. La manifestazione ha provocato disagi alla circolazione stradale. Il corteo è stato caratterizzato da striscioni con le scritte: «Libertà di espressione» e «senza questi fondi affondiamo» e da slogan come «non vogliamo questa riforma».

A Bologna, invece, alcune centinaia di studenti dell’Università, dopo aver sfilato in corteo, hanno raggiunto la sede del Rettorato e vi hanno fatto irruzione. Al grido di slogan come «vergogna, vergogna» davanti all’entrata ed dopo essersi assembrati davanti al portone di via Zamboni 33, sede del rettorato, sono entrati rumoreggiando con tamburi e fischietti e impugnando anche fumogeni. L’iniziativa del corteo è avvenuta mentre nel cortile interno di palazzo Poggi un altro gruppo di 200-300 studenti stava incontrando pacificamente il Rettore, il quale era sceso per ascoltare le loro ragioni e rispondere alle domande sui tagli dei fondi previsti dalla riforma della scuola.

Grande mobilitazione anche a Firenze: sono, infatti, oltre 40 mila per la questura, almeno il doppio per gli organizzatori, gli studenti, i lavoratori e i ricercatori in piazza oggi contro i tagli alla scuola. Si tratta della più grande manifestazione degli ultimi anni nel capoluogo toscano. «L’università pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta» questo uno dei tanti slogan urlati dai manifestanti. Non sono mancati gli insulti al ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini.

A Milano è gremita l’aula magna dell’università statale dove sono in corso gli stati generali d’ateneo. Più di 2.000 persone secondo il comitato organizzatore, composto da collettivi studenteschi, sindacati dei lavoratori tecnico-amministrativi, ma anche, in misura minore, docenti e ricercatori si sono riuniti per dire «no ai tagli della Legge 133», spiega Omar Tanzi, delegato Cgil per personale tecnico amministrativo dell’ateneo. Obiettivo della mobilitazione è, spiega ancora Tanzi, «lo stato d’agitazione permanente finchè questa legge non sarà abrogata». Dalle 10 di questa mattina si susseguono gli interventi a microfono aperto di studenti, lavoratori e docenti che proprio ora hanno votato all’unanimità la proposta di muoversi in corteo fino alla prefettura. Tra le proposte avanzate dai manifestanti, quella di occupare le aule delle facoltà con blocco della didattica e autogestione ma anche di organizzare comitati per preparare lo sciopero generale dell’università del 14 novembre prossimo e affiancarsi a quello indetto dai sindacati della scuola in programma il 30 ottobre.

A Trento, invece, un centinaio di studenti dell’Ateneo ha occupato in tarda mattinata il Rettorato. Gli studenti - in una nota diffusa da Donatello Baldo, del Centro Sociale Bruno - rivendicano «la difesa dell’Università pubblica dallo smantellamento promosso dalla ministra Gelmini e denunciano il taglio dei fondi per l’Università e la ricerca oltre che la precarizzazione del lavoro all’interno dell’Ateneo». Il corteo studentesco ha deciso di occupare il Rettorato proprio mentre il rettore trentino Davide Bassi si trova a Roma assieme ad altri colleghi riuniti nell’Aquis (l’Associazione per la Qualità dell’Università Italiana). Bassi - secondo Baldo - starebbe discutendo con i colleghi per una possibile contrattazione autonoma di alcuni atenei italiani con i ministeri dell’Istruzione e dell’Economia.
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