Gelmini: «Aiuterò le scuole del Sud,il divario con il Nord..

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Gelmini: «Aiuterò le scuole del Sud,il divario con il Nord..

Messaggiodi edscuola » 25 agosto 2008, 14:43

da Il Messaggero

Gelmini: «Aiuterò le scuole del Sud,
il divario con il Nord va colmato»


di Anna Maria Sersale
ROMA (25 agosto) - Ministro Gelmini, è vero che vuole fare dei corsi speciali per i docenti di Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata? «Non ho mai detto che gli insegnanti del Sud abbassino la qualità della scuola italiana. Mi hanno attribuito quella dichiarazione del tutto in malafede, chi conosce il mio pensiero sa che non ha fondamento, del resto ho avuto a scuola tanti insegnanti meridionali, compreso una siciliana bravissima». Al telefono il ministro Mariastella Gelmini risponde alle ultime polemiche.

Ma, allora, che cosa ha detto? «A Cortina ho parlato del divario tra Nord e Sud, un divario che va colmato. Ho sempre ritenuto che esistano bravi professori, sia al Nord che al Sud, ma il Mezzogiorno ha oggi un deficit strutturale e di progettualità certo non imputabile al corpo docente. Mi sono limitata a segnalare che la scuola nelle regioni meridionali è colpita da una grave crisi. Sfido chiunque a sostenere il contrario».

La polemica, comunque, dilaga. Le frasi attribuite alla Gelmini hanno scatenato le critiche dell’opposizione. C’è chi parla di «offese razziste», di «qualunquismo inaccettabile» e di «tardiva ritrattazione». Ma il ministro replica deciso: «Quelle frasi non le ho mai dette. Ho parlato del mio impegno, che è quello di innalzare le performance dei ragazzi e di aiutare la scuola del Sud. Quando ho citato le indagini Pisa-Ocse ho detto che rivelano lo stato di crisi e non si può far finta di niente, non si può non porre il problema quando tutte le classifiche nazionali e internazionali evidenziano questa grave arretratezza. Il mio obiettivo è quello di aiutare la scuola del Mezzogiorno e di innalzare i livelli di tutta la scuola italiana. Occorre colmare il gap esistente tra Nord e Sud con più formazione e aiuti, sia per i docenti che per gli studenti. L’Unione europea mette a disposizione del Sud dei fondi che io desidero investire per elevare la qualità della didattica».
Ma la scuola sta per iniziare e i docenti tornano in cattedra con il malumore di sempre. Stipendio esiguo e niente prospettive. «Per loro ci sarà un sistema premiale - afferma ancora la Gelmini - Non è possibile che lo stipendio abbia solo scatti legati all’anzianità. Così come è impostato il sistema non ha stimoli nè riconoscimenti. Occorre, invece, ragionare in termini meritocratici. In futuro chi lavora di più e meglio, chi si distingue, verrà premiato, riceverà più soldi».

Ma quali saranno i criteri? «Per migliorare la scuola è necessario - sottolinea ancora il ministro - valutare i docenti, valutarli attraverso gli apprendimenti dei loro alunni. Per raggiungere questo obiettivo stiamo mettendo a punto un progetto con l’Invalsi, l’Istituto nazionale di valutazione». Significa che per risanare la scuola e migliorare la didattica non è più possibile continuare con gli aumenti a pioggia, quanto agli insegnanti arriveranno le “pagelle”.

L’altra novità riguarda il calendario scolastico. «L’Italia è un Paese molto turistico - dice ancora il ministro al telefono - e far tornare gli studenti in classe l’8 settembre, come accade in Lombardia, mi sembra un errore. Per andare incontro alle famiglie, considerando che molti scelgono di fare le vacanze proprio in settembre, quando i prezzi scendono, dal prossimo anno scolastico, dal 2009, riducendo le ore farò in modo che la scuola inizi nella seconda metà di settembre».

Ma quali sono le cifre della crisi? Che cosa dice l’indagine Pisa-Ocse (Pisa sta per Programme for international student assestement)? Nelle conoscenze dei quindicenni scolarizzati l’ultimo rilevamento dice che su 57 Paesi esaminati l’Italia è al 36mo posto. Tra quelli che ci precedono ci sono, nell’ordine, ai primi otto posti, Finlandia, Cina, Canada, Estonia, Giappone, Nuova Zelanda, Australia e Olanda. Dopo di noi Portogallo e Grecia. E’ l’ennesima stroncatura dell’indagine internazionale. Sotto accusa anni di lassismo, tanto che, dall’abolizione degli esami di riparazione a oggi, in circa quindici anni, abbiamo promosso 9 milioni di asini, ragazzi impreparati con gravi deficit in più materie, ai quali nessuno chiedeva più di colmare le lacune, riparando ai debiti scolastici. Alle famiglie, invece, si rimproverano troppe negligenze, l'indifferenza e un devastante “sindacalismo” in difesa dell’insuccesso scolastico o dei comportamenti negativi dei figli.
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