Ecco i migliori "cervelli" italiani

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Ecco i migliori "cervelli" italiani

Messaggiodi edscuola » 5 gennaio 2011, 17:19

da Repubblica.it

Ecco i migliori "cervelli" italiani
In testa le università pubbliche

A elaborare la graduatoria gli scienziati e ricercatori che lavorano all'estero, riuniti nell'associazione "Virtual Italian Academy". Al primo posto l'Alma Mater di Bologna, seguita dal Cnr e dalla Statale di Milano. Gli istituti privati compaiono solo in ottava e decima posizione

ROMA - In Italia la ricerca migliore è quella pubblica e in particolare universitaria. Lo segnala la prima classifica dei centri di ricerca che ospitano i migliori "cervelli". Tra i primi diei, sette sono atenei pubblici: l'Alma Mater di Bologna apre la graduatoria 1, seguita dal Cnr e dalla Statale di Milano. I primi due istituti privati sono in ottava e decima posizione: l'Ospedale San Raffaele e l'Istituto nazionale dei tumori, entrambi milanesi. A precederli, università di Padova (quarta), Roma La Sapienza (quinta), Statale di Torino (sesta), l'Istituto nazionale di astrofisica (settimo), mentre l'università di Firenze è nona.

La classifica è basata sul numero di scoperte di rilievo dei migliori scienziati e ricercatori. A contarle, i loro colleghi, anch'essi italiani, che però lavorano all'estero, riuniti nell'associazione Virtual italian academy (Via-academy), nata a Manchester. Via-academy ha prima classificato i migliori cervelli attivi in Italia, tenendo conto della quantità e della rilevanza accademica delle loro scoperte. Poi li ha suddivisi per posto di lavoro, ricavando una classifica delle strutture.

Il valore delle ricerche di ciascuno studioso è misurato col cosiddetto indice "h": se uno scienziato ha un h-index di 32, ad esempio, significa che ha fatto 32 scoperte citate ciascuna almeno 32 volte, in scoperte di altri
suoi colleghi. L'indice "h" privilegia in particolare i ricercatori che ottengono molti risultati di rilievo, a scapito di chi ne produce tanti, ma di scarso interesse, o di chi fa il colpo isolato. Per la graduatoria, sono stati considerati solo gli studiosi con un indice "h" di almeno 30. Poi sono stati raggruppati per centri di ricerca, e per ognuno di questi si sono sommati gli indici "h" dei relativi ricercatori. Più alta la somma, più alta la posizione in classifica.

Via-academy si è soffermata sui primi 50 enti. Sono per lo più università statali, ma comprendono anche 11 università e istituti privati. L'ateneo di Pisa è undicesimo, seguito dall'Istituto Mario Negri e dagli atenei di Ferrara, Napoli e Genova. La Normale di Pisa è ventiduesina, la Bocconi trentanovesima, il Politecnico di Milano, quarantasettesimo.

Il limite principale della classifica, nota l'università di Bologna che ha diffuso la notizia, è forse il fatto che la valutazione non è necessariamente esaustiva. Gli studiosi considerati sono infatti solo quelli rintracciati dai loro colleghi. E' però plausibile che col tempo, e la notorietà, la classifica (aggiornata in tempo reale) vada via via completandosi con un numero crescente di partecipanti. Altro limite di cui tener conto è che l'indice "h" funziona principalmente come paragone tra ricercatori del medesimo campo disciplinare, e che privilegia chi ha una lunga carriera alle spalle rispetto ai giovani, per quanto brillanti. L'indice varia infatti sensibilmente tra ambiti diversi (è piuttosto alto ad esempio in campo biomedico). Inoltre, dall'uso di questi dati bibliometrici escono di solito svantaggiati i ricercatori che non pubblicano in inglese.
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