Gli studenti non restano in silenzio

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Gli studenti non restano in silenzio

Messaggiodi edscuola » 15 dicembre 2010, 21:39

da Repubblica.it

LA PROTESTA
Gli studenti non restano in silenzio
"Non riuscirete a strumentalizzarci"

All'indomani degli scontri che hanno sconvolto il centro della capitale, parlano le associazioni studentesche che, poche ore prima, avevano manifestato pacificamente in tutta Italia.
"Siamo contrari a ogni forma di violenza". E cercano di restituire una prospettiva a migliaia di ragazzi che hanno creduto nel movimento delle ultime settimane
di CARMINE SAVIANO


ROMA - Tra cariche della polizia e guerriglia urbana. Tra lacrimogeni e sanpietrini. Sospesi in una spirale di violenza assurda, inutile. Il giorno dopo gli scontri che hanno messo a ferro e fuoco il centro di Roma, gli studenti non restano in silenzio. Ritornano a dire la propria. Affidando al web denunce e invettive. Le parole d'ordine s'intrecciano: "Non riuscirete a strumentalizzarci", "siamo contrari a ogni forma di violenza". In prima fila le associazioni studentesche: per difendere la bontà delle loro lotte pacifiche. E per ridare una prospettiva a migliaia di ragazzi che hanno creduto in quest'autunno di movimento. Ecco le loro posizioni.

Una città blindata. Rete della Conoscenza 1, il network promosso dall'Unione degli Studenti 2 e da Link 3, due delle associazioni studentesche più diffuse, inizia con la denuncia della "cappa repressiva" che ieri si è abbassata su Roma. "Per l'ennesima volta, il corteo ha attraversato una città blindata, desertificata da uno schieramento di polizia spropositato e da una serie di sbarramenti intorno alla Camera e alle vie del centro che impedivano il normale esercizio del diritto democratico a manifestare liberamente il dissenso". Poi la denuncia della violenza e la rivendicazione del carattere pacifico del movimento studentesco.

La guerriglia
a piazza del Popolo. Nel comunicato della Rete della Conoscenza, c'è anche la ricostruzione dei momenti più tesi della giornata di ieri. Dopo essere arrivati in piazza del Popolo, "migliaia di studenti sono ripartiti in corteo lungo il Muro Torto, per evitare di essere coinvolti dagli scontri che stavano avvenendo in piazza". Sull'origine e sui protagonisti nessun dubbio: gli scontri sono iniziati "in seguito a iniziative avvenute separatamente dal resto del corteo e determinate in palese discontinuità con le pratiche finora espresse dal movimento studentesco".

La caccia all'uomo della polizia. Ma le denunce degli studenti non riguardano solo i "professionisti della guerriglia". Dito puntato anche contro le forze dell'ordine: "Il corteo è poi proseguito verso la Sapienza, mentre la polizia inscenava una vera e propria caccia all'uomo in corrispondenza di alcune stazioni della metropolitana. Tali provocazioni non vanno raccolte ma denunciate pubblicamente". Infine, le prospettive: "Il movimento non si fa reprimere né strumentalizzare e continuerà le proprie mobilitazioni con lo stile gioioso, pacifico e democratico che lo caratterizza". Il pericolo della strumentalizzazione è avvertito da tutti. Per la Rete Universitaria Nazionale, "Nessuno ci provi adesso. Le ragioni della protesta contro il ddl Gelmini e il malessere della nostra generazione rimangono un dato di fatto. Che ne il voto In parlamento, ne i gravi scontri di Roma possono cancellare".

Avanti con la mobilitazione. Diagnosi condivisa anche da Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell'Udu 4, l'Unione degli Universitari. "La giornata di ieri ha visto una grande partecipazione degli studenti in tutta Italia. E i gravi atti di violenza non appartengono al movimento studentesco". Poi, le prospettive: "Supereremo questi episodi: continuando la mobilitazione in occasione della discussione della riforma Gelmini al Senato con le modalità pacifiche come abbiamo fatto in questi mesi". Non potrebbe essere altrimenti. Per Paterna, la posta è alta: "In gioco c'è il futuro del Paese e di noi giovani. Dobbiamo essere in grado di portare la società civile a rendersi conto di cosa significa questa riforma per il futuro del Paese".

Tornare in piazza. Per Sofia Sabatino, portavoce della Rete degli Studenti 5, "la frustrazione e l'esasperazione sono forti, ma non per questo accettiamo di venire etichettati e strumentalizzati per pratiche che non ci appartengono". E la risposta sarà un nuovo ciclo di mobilitazioni: "Torneremo in piazza nei prossimi giorni, in maniera pacifica come abbiamo sempre fatto, con gli studenti consapevoli di quello che comporterebbe questa riforma, pietra tombale sull'università Italiana".

Il pericolo della propaganda. Alla denuncia delle violenze si unisce anche Alessandro Pezzella, della Rete29Aprile 6. Quelli del tetto della Sapienza: "Questi cento teppisti riescono sempre a oscurare noi, che siamo migliaia di manifestanti pacifici". Il pericolo è "la propaganda ci stanno montando sopra, sfruttando questi atti riescono a convincere le masse che le proteste sono violente e distraggono l'attenzione dalle motivazioni dei pacifici". Infine, "anche noi continueremo la protesta. La Rete29Aprile si darà un appuntamento a inizio anno per decidere le nuove linee di azione".
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