da Repubblica.it
Il decreto-Gelmini smentisce la Gelmini
Sono 42mila i precari nella scuola
La denuncia arriva dalla Cisl: si è registrato un boom di richieste per accedere alla "corsia preferenziale" creata dal ministro come salvagente per i docenti. E può fare domana solo chi aveva una cattedra ed è rimasto disoccupato
di SALVO INTRAVAIA
Boom di precari della scuola appiedati dalla riforma Gelmini. Quasi 42 mila, tra docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), coloro che dopo anni di precariato sono rimasti a casa senza lavoro e stipendio. E che adesso cercano di acciuffare qualche supplenza attraverso il cosiddetto "salva-precari": un decreto che dà ai supplenti "tagliati" la priorità negli incarichi d'istituto e, di fatto, anticipa loro soltanto l'indennità di disoccupazione. A fornire i dati è la Cisl scuola, che parla di "emergenza occupazionale". "Serve - dichiara Francesco Scrima - una diversa politica degli organici, serve un piano di assunzioni che abbia come obiettivo la copertura di tutti i posti vacanti con personale assunto a tempo indeterminato".
Il sindacato di via Bargoni, in questo modo, smentisce le ultime dichiarazioni del ministro Gelmini circa l'impatto sull'occupazione della riforma avviata da due anni. La Gelmini di fronte agli attacchi dell'opposizione e alle proteste aveva minimizzato gli effetti della riforma sul personale della scuola: alle 67 mila cattedre tagliate, secondo il ministro, occorreva sottrarre i 55 mila pensionamenti degli ultimi due anni. In totale: "appena" 12 mila posti in meno. "Non pochi" aveva dichiarato ma "frutto di una manovra assolutamente sopportabile e indispensabile per invertire il trend di crescita della pianta organica non proporzionato al numero di posti richiesto dalla scuola italiana".
Neppure una parola invece sui 30 mila posti di bidello, assistente di laboratorio e assistente amministrativo tagliati in 24 mesi. Purtroppo, però, i conti non tornano. I docenti che quest'anno sono rimasti senza incarico e hanno presentato domanda per il salva-precari sono quasi 30 mila. Il decreto dello scorso 15 settembre parla chiaro: poteva presentare domanda "il personale inserito nelle graduatorie ad esaurimento", che nel corso del 2009/2010 aveva avuto una "nomina a tempo determinato di durata annuale o sino al termine delle attività didattiche o, attraverso le graduatorie d'istituto, una supplenza di almeno 180 giorni in un'unica istituzione scolastica" e che si sia "trovato nella condizione di non poter ottenere, per l'anno scolastico 2010/2011, nomina o di averla ottenuta per un numero di ore inferiore a quello di cattedra o posto in assenza di disponibilità di cattedre o posti interi".
Si tratta, quindi, di persone che fino all'anno scorso lavoravano e quest'anno sono precipitate nel baratro della disoccupazione. Anche coloro che in mancanza di altro sono disposti ad accettare uno degli incarichi previsti dagli accordi tra il ministero dell'Istruzione e le regioni sono aumentati: da 5 mila e 600 si passa a 13 mila e 800. E se ai docenti sommiamo il personale amministrativo, tecnico e ausiliario scaricato dal ministero si tocca quota 41.477 precari appiedati. Per tutti si apre una stagione di incertezza anche perché nel 2011/2012 è prevista un'altra sforbiciata pari a 35 mila posti (20 mila docenti e 15 mila Ata) che aggraverà certamente la situazione.