da Il Messaggero
La Cassazione ai presidi: no a punizioni che umiliano e ridicolizzano gli alunni
ROMA (9 dicembre) - No alla derisione e no alle punizioni soprattutto di fronte ad altri: il monito arriva dalla Cassazione ed è rivolto ai presidi. Non possono punire gli allievi - specie se sono piccoli come i bambini delle elementari - infliggendo loro comportamenti «connotati da valenza di derisione e di gratuita offesa», come mettere la tavoletta del wc a tracolla a un allievo per punirlo, davanti alla maestra e ai bidelli per averlo rotto andando in bagno.
Lo sottolinea la Cassazione - nella sentenza 46962 – occupandosi del caso di un preside di Cagliari, Luigi M., di 59 anni, che il 4 maggio 2002 aveva punito in questo modo un bambino di 7 anni. Senza successo, innanzi alla Suprema Corte, il dirigente scolastico ha contestato la condanna per ingiurie inflittagli dalla corte d'appello di Cagliari il 17 aprile 2009 (l'entità della pena non è riportata in sentenza). I supremi giudici gli hanno replicato che il suo ricorso è da considerarsi «inammissibile perché manifestamente infondato».
Il preside sosteneva che nella punizione non c'era alcuna «valenza offensiva», e inoltre era stata “comminata” «solo a scopo educativo e non alla presenza della scolaresca». Pur rigettando queste “giustificazioni”, la Cassazione è stata costretta ad annullare senza rinvio la condanna perchè, nel frattempo, i genitori del minore hanno rimesso la querela con verbale inoltrato ai carabinieri di Bosa (Oristano), lo scorso 17 ottobre. I giudici di legittimità, però, mettono al bando dalle scuole simili comportamenti vessatori.