da Il Tempo
Il governo introduca l'alzabandiera a scuola e regali tanti Tricolori
Certo, non è bello vedere la nostra bandiera nazionale, il tricolore verde-bianco-rosso, non sventolare, ma «penzolare», quasi afflosciata su se stessa, dalle aste spesso screpolate di assai solitamente maltenuti edifici pubblici. Non lo è, soprattutto per coloro che hanno combattuto sotto di esse, o per chi ha avuto nella sua famiglia caduti sotto di esse.
La causa di questa trascuratezza? Le cause sono molte e alcune di esse quasi remote.
Il tricolore italiano è chiaramente ispirato a quello francese. Il disegno comparve per la prima volta a Reggio Emilia come bandiera della Repubblica cisalpina nel 1797, sostituendo al blu il verde, perché di questo colore erano le divise della Guardia Nazionale milanese. Qualche mese prima, la Repubblica cispadana aveva adottato una bandiera con gli stessi colori, però disposti in orizzontale: è cioè una bandiera... «d'importazione». Il tricolore rosso-bianco-verde fu un simbolo sovversivo di chi voleva l'Italia unita, in concorrenza con la bandiera carbonara rosso, azzurro e nera. Nella rivoluzione piemontese del 1821 il tricolore fu issato per la prima volta sul pennone della Cittadella Militare di Alessandria dai Carabinieri Reali che la presidiavano e nel 1831 in Savoia a opera di Carabinieri Reali, Granatieri Guardie e fanti della Brigata Cremona, in rivolte che furono soffocate nel sangue da re Carlo Felice. Il tricolore caricato dello stemma di Casa Savoia bordato di azzurro fu adottato subito dopo lo Statuto Albertino dal Consiglio di Gabinetto nel 1848; ma esso era poco sentito dagli ufficiali dello Stato sardo-piemontese, tanto che il Comandante della Brigata Guardie che per prima entrò nel territorio del Regno del Lombardo-Veneto all'inizio della Prima Guerra del Risorgimento, comunicò al Segretario di Stato per la Guerra del Governo di Torino che «le truppe di Sua Maestà Sarda sono entrate ora nel territorio del Regno Lombardo Veneto dietro le nostre antiche bandiere», e cioè le bandiere rosso-bianco crociate. Nel 1861 il tricolore caricato nel bianco dallo stemma dei Savoia bordonato d'azzurro e sormontato dalla corona reale fu adottato come bandiera nazionale.
Con l'avvento della Repubblica dal «bianco» fu tolto lo stemma dei Savoia, contro il parere di non pochi costituenti anche repubblicani. La caduta del fascismo, che ne aveva abusato, oscurò non solo i concetto di «Patria», estraneo alle due culture predominanti nel Paese, salvo elementi minoritari: quella social-comunista e quella cattolica, e con esso anche il tricolore verde-bianco-rosso. Solo i liberali e il partito comunista non più «d'Italia», ma «italiano» adottarono nel loro simbolo i tre colori. L'esposizione e l'uso del tricolore non sono cosa cui gli italiani sono usi. Il presidente Ciampi e prima di lui il presidente Pertini, lui anti-interventista, valoroso combattente, capitano dei mitraglieri nella Prima Guerra Mondiale e decorato di due medaglie d'argento al Valor Militare, cercarono di introdurre come costume nazionale l'uso del tricolore. Non vi è casa americana o svizzera nella quale non sia custodita la bandiera nazionale e che non venga esposta ogni domenica o festa nazionale! Abbiamo voluto introdurre per legge l'esposizione quotidiana della bandiera nazionale negli edifici pubblici e nelle scuole, accompagnata da una bandiera azzurra con un cerchio di stelle che agli italiani non dice nulla e che è stata «ammainata» dal nuovo Trattato di Lisbona sostitutivo del Trattato-Costituzione di Laeken!
Che fare? Il nuovo governo, e credo che solo un governo di centrodestra potrebbe farlo (essendo il Partito democratico l'erede di due grandi tradizioni non propriamente «nazionali» quella comunista e quella «cattolico temporalista di sinistra» la cosa non lo interesserebbe!), dovrebbe rilanciare il «culto del tricolore», istituendo come festa nazionale il «Giorno del Tricolore», donando a tutti i ragazzi che entrano nella scuola un piccolo tricolore, dando contributi alle famiglie che vogliono acquistare la bandiera nazionale, autorizzandone l'uso negli edifici privati in alcune circostanze, e prescrivendo in tutte le scuole pubbliche e private la cerimonia dell'«alza bandiera» all'inizio delle lezioni. E aboliamo l'uso congiunto della «bandiera-europea-che-non-c'è-più» e che non dice nulla a nessuno.