da Tecnica della Scuola
Dimensionamento: anche l'Anci è contraria
di R.P.
L'Associazione nazionale dei Comuni italiani non condivide affatto l'ipotesi di portare a 1000 il tetto minimo di alunni per l'attribuzione della autonomia alle istituzioni scolastiche. Verrà chiesto al Governo di rinviare l'applicazione della norma.
Le nuove norme sul dimensionamento contenute nell’articolo 19 della manovra finanziaria che il Parlamento sta convertendo in legge non piacciono affatto agli Enti Locali ed è anche per questo motivo che le norme in questione potrebbero essere riviste.
Nel corso della riunione della Commissione Istruzione dell’Anci svoltasi il 7 luglio scorso si è parlato diffusamente della questione.
“Nello specifico - ha dichiarato Riccardo Roman, presidente della Commissione stessa - si è parlato del provvedimento relativo alla realizzazione di nuove direzioni didattiche che si basano su un numero maggiore di studenti. Questo significa una riduzione delle direzioni didattiche sul territorio e significa, altresì una rivoluzione perché in molte realtà, nelle quali non si raggiunge il numero di studenti stabilito, significherà dividere a metà le direzioni didattiche esistenti per crearne di nuove. Insomma un problema di notevole importanza del quale si deve ancora capire la ragione”.
“Per questo motivo - ha sottolineato ancora Roman - la Commissione Istruzione e Scuola dell’Anci ha deciso di chiedere una revisione del numero minimo di studenti per la composizione di una nuova direzione didattica o di un istituto comprensivo; in secondo luogo, chiederemo che non sia stabilito il limite per dare attuazione a questa riforma - attualmente previsto per il 2011/ 2012 - perché è assolutamente irreale una tempistica di questo tipo”.
Ma le perplessità dell’Anci non si fermano al problema del dimensionamento: un altro tema all’ordine è quello dei tagli del personale Ata e dei parametri che ora vengono utilizzati per assegnare i collaboratori scolastici alle singole scuole.
In proposito l’Anci intende chiedere al Governo “una maggiore correlazione tra il numero dei dipendenti che forniscono i servizi ausiliari nell’ambito delle scuole e il numero di studenti”.
“Non ci possono essere parametri fissi - sostiene sempre Roman - Ogni situazione va analizzata per le sue peculiarità”.